Londra: via soldi e turisti dalla Tunisia

lunedì 13 luglio 2015


Se non garantisci la pace, scordati turismo e soldi. Londra ha fatto rimpatriare i turisti dalla Tunisia, perché la “Tunisia è a rischio come l’Iraq” e “le misure del governo di Tunisi non ci rassicurano”, ha detto il Foreign Office organizzando un ponte aereo per tremila turisti. Il ministero degli esteri britannico ha infatti inserito la Tunisia nella lista delle mete pericolose, insieme ad Afghanistan, Iraq e Somalia e ha organizzato l’immediato rimpatrio di tremila vacanzieri.

Nella strage di Sousse di due settimane fa sono morti trenta cittadini britannici su un totale di trentotto vittime. Londra si cura e garantisce la sicurezza dei propri cittadini, emanando direttive rigorose, “sebbene abbiamo buoni rapporti di cooperazione con il governo tunisino, la nostra intelligence ci informa che la minaccia terroristica si è ulteriormente aggravata, lasciando presumere che un nuovo attacco sia molto probabile. Nel complesso, non pare che le misure preventive messe in campo dalle autorità tunisine per la protezione dei turisti siano sufficienti”.

I turisti britannici vengono accompagnati da autobus protetti da scorte armate agli aeroporti, dove li attendono voli diretti per Londra, Manchester e altre città inglesi. A chi sceglie di rientrare in patria anticipatamente viene dato un rimborso per i giorni di vacanza perduti.

La Tunisia sta implorando di non dare un colpo così duro alla propria economia e al turismo. Ma se un’area, un Paese, un contesto sociale non è in grado di garantire pace, stabilità e serena tranquillità, è necessario che gli si faccia capire, anche con le brutte, che si deve dare da fare perché sussistano le condizioni di sicurezza per l’affluenza di persone e denari. Adesso la Tunisia si impegnerà a sopprimere l’Isis molto più di prima perché, dall’albergatore al venditore di noccioline, ogni cittadino tunisino vorrà garantire quella pace e stabilità necessarie affinché il proprio Paese continui a prosperare. E se il governo tunisino pro tempore non lo capisce prontamente, verrà cambiato all’istante, costretto.


di Cesare Alfieri