Gli occulti propositi di Angela la compassionevole

venerdì 4 settembre 2015


Sulla questione dei profughi: contrordine compagni! Parola di Angela Merkel. Secondo la leader tedesca accogliere si può. Anzi, si deve. Musica per le orecchie della sinistra italiana che non aspettava altro per proseguire con ostinazione la politica delle porte aperte ai migranti. Per la maggioranza renziana poter dichiarare: Angela è con noi, equivale a dire: Dio è con noi. Per quanto ci riguarda restiamo fuori dal coro perché rivendichiamo una visione del mondo diametralmente opposta a quella della sinistra e poi perché non ci fidiamo della signora Merkel.

Per dirla tutta, la lady di ferro tedesca ci preoccupa meno quando fa la dura rispetto ai momenti, rari, in cui gioca a fare la compassionevole. Quindi, se oggi da Berlino giunge un segnale in controtendenza rispetto alla tradizionale rigidità tenuta in questi anni dalla Germania la domanda da porsi è: cosa c’è dietro? La signora Merkel, in primo luogo, ha aperto il confronto in sede europea non sui migranti in genere ma esclusivamente sui profughi richiedenti asilo. E questa è una differenza non di poco conto. Tradotto significa che comunque andranno le cose si scordino gli italiani di far passare tutti indiscriminatamente, profughi e clandestini. In secondo luogo, la signora Merkel ha detto di essere pronta ad aprire le porte ai siriani. E qui sta l’inghippo. Perché solo ai siriani? Si dirà: perché quei disperati fuggono da una guerra in atto. Giusto! Ma anche gli iracheni, i libanesi, gli afghani, i libici non se la passano meglio.

Allora, perché solo i siriani? È da un po’ che abbiamo imparato a decodificare i messaggi della cancelliera servendoci della carta geografica. La Siria è confinante con la Turchia e dirimpettaia della Grecia. Ora, è noto che da decenni lo stato tedesco coltivi proficui rapporti politico-economici con la Turchia di cui è tra i principali partner commerciali. Inoltre, ospita al proprio interno la più vasta comunità turca presente in Europa. Di recente, profittando del disastro dell’economia ellenica, il sistema produttivo tedesco si prepara a calare su Atene per fare shopping d’infrastrutture strategiche, in particolare nell’era orientale del paese.

Con la improvvisa decisione di integrare la popolazione siriana in fuga dalla guerra è del tutto evidente che Berlino si candidi a svolgere un ruolo di primo piano nel futuro prossimo siriano, una volta che sarà stata rimossa la scomoda presenza di Bashar Al Assad e sarà stato annientato quel verminaio terroristico che è l’Is di Al Baghdadi. La Siria che verrà avrà bisogno di tutta l’esperienza e la qualificazione dei suoi cittadini più preparati che nel frattempo saranno stati accolti, assistiti e formati in Germania. A chi pensate che questa gente, rimodellata sull’efficienza organizzativa e sui ritmi produttivi dell’economia tedesca, sarà grata e vorrà rivolgersi per avere un solido interlocutore estero? Tutti questi tasselli compongono un mosaico la cui decifrazione è univoca: sorgerà nel Mediterraneo orientale, dalla Grecia alla Siria passando dalla Turchia, un’area d’influenza tedesca molto significativa che servirà da contrappeso non soltanto all’espansionismo russo nel quadrante mediterraneo, ma anche alla presenza politico-economica anglo-francese che, di fatto, sta perdendo appeal in quella parte dello scacchiere che si estende alla regione mediorientale.

Tutto questo con la benedizione della Casa Bianca di Obama che non fa mistero di perseguire una politica di disimpegno dall’area a vantaggio dell’alleato europeo che ritiene più affidabile. Se, dunque, lo scenario tracciato ha fondamento non c’è da scaldarsi tanto per l’apparente conversione tedesca alla causa dell’accoglienza. Se qualcosa cambierà in Europa sarà solo in vista di un ulteriore giro di vite alla sconsiderata politica italiana. Il resto serve un solo scopo: fare più grande questa Germania.


di Cristofaro Sola