Usa e Occidente discriminano i cristiani che fuggono dall’Isis

mercoledì 16 settembre 2015


Non solo l’Occidente facilita la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, ma l’agevola anche nel proprio seno. Secondo un recente reportage di NPR, la coalizione “moderata”, appoggiata dagli Stati Uniti, che combatte a fianco di Bashar Assad e dello Stato islamico in Siria “conta nelle proprie file estremisti che maltrattano i cristiani e li costringono a lasciare le loro case” – proprio come fa lo Stato islamico (Is). Le minoranze cristiane cacciate dalle loro abitazioni che riescono a raggiungere i paesi occidentali – compresi gli Stati Uniti – a volte, incontrano più problemi.

Pur avendo l’appoggio dei familiari residenti in America, un gruppo di 20 cristiani iracheni in fuga dall’Isis è finito in carcere – qualcuno già da febbraio – nel centro di detenzione di Otay, a San Diego, anche se i familiari e i leader cristiani garantiscono per loro (la via maestra per far sì che la maggioranza dei cittadini stranieri detenuti nelle prigioni degli Stati Uniti venga rilasciata è la supervisione dei cittadini americani che garantiscono per loro). Gli attivisti dicono che uomini e donne sono trattenuti in arresto da troppo tempo, anche in base agli stessi standard del governo americano. Qualcuno si trova in prigione da più di sette mesi e non è stata fissata alcuna data per il rilascio. “Sono in carcere senza una vera ragione. (…) Sono fuggiti dall’inferno. Permettetegli di riunirsi alle loro famiglie”, ha detto Mark Arabo, un portavoce della comunità caldea di San Diego.

Tra i detenuti c’è una donna sfuggita alle grinfie dell’Isis che chiedeva di poter vedere la madre malata. Ma quest’ultima è morta prima di riabbracciare la figlia. “Li aveva supplicati che le lasciassero vedere la madre morente”, ha raccontato un prete a conoscenza della vicenda. Parlando della difficile situazione in cui versano questi cristiani iracheni, l’East County Magazine di San Diego ha arguito: “Perché mai il governo federale non sia riuscito ad adottare misure per accelerare i ricongiungimenti nei casi in cui i capifamiglia e i leader religiosi sono disposti a farsi garanti e aiutare coloro che cercano asilo qui, rimane un mistero insondabile”. Tali “misteri insondabili” richiamano alla mente la consuetudine del dipartimento di Stato americano di invitare i rappresentanti musulmani, negando però i visti d’ingresso a quelli cristiani. Dall’inizio del 2015, negli Stati Uniti, sono stati accolti 4.205 musulmani provenienti dall’Iraq, ma solo 727 cristiani.

Per ogni cristiano a cui è stato concesso il diritto di asilo, gli Usa garantiscono l’asilo a 5-6 musulmani – anche se i cristiani, come minoranze “infedeli” perseguitate, hanno molto più bisogno di trovare asilo, senza contare la maggiore assimilazione nella cultura americana rispetto ai musulmani. Faith McDonnel, dell’Institute on Religion & Democracy, si è espresso così in merito alla detenzione dei cristiani iracheni a San Diego: Questa situazione ricalca lo schema inquietante che abbiamo visto seguire dal dipartimento di Stato e che consiste nell’ignorare il fatto che i cristiani siano presi di mira dall’Isis, accordando un trattamento preferenziale nel concedere il diritto di asilo ad altri gruppi come i somali, gli iracheni e i siriani, alcuni dei quali potrebbero benissimo essere membri di movimenti jihadisti.

La stessa cosa sta accadendo nel Regno Unito. I leader religiosi accusano David Cameron di “voltare le spalle” ai cristiani vittime del genocidio in Siria e in Iraq non concedendo loro asilo in Gran Bretagna – pur consentendo a migliaia di musulmani di entrare nel paese. Lord Carey, ex arcivescovo di Canterbury, ha firmato una petizione che chiede al governo britannico di “accogliere i profughi cristiani e accordargli priorità come richiedenti asilo”, sottolineando che “i cristiani iracheni e siriani vengono massacrati, torturati e ridotti in schiavitù”. E anche il 95enne Lord Weidenfeld, che nel 1938 fu aiutato dai quaccheri britannici a fuggire dall’Austria occupata dai nazisti, ha detto: Perché i polacchi e i cechi accolgono in case le famiglie cristiane, mentre il governo britannico sta a guardare senza far nulla? Questo clima di indifferenza fa venire in mente le peggiori fasi dell’appeasement, e potrebbe avere conseguenze catastrofiche. L’Europa deve svegliarsi e il governo conservatore britannico dovrebbe prendere in mano la situazione. La maggior parte dei governi europei, soprattutto quelli che sono esplicitamente o meno cristiani, non ottempera al proprio dovere di occuparsi dei propri fratelli cristiani nel momento del bisogno. Non è necessariamente così per i paesi dell’Europa Orientale.

Come hanno fatto la Polonia e la Cecoslovacchia, anche la Slovacchia di recente è arrivata a dire che accoglierà solo profughi cristiani nell’ambito del programma di reinsediamento dell’Unione europea. La nazione slava sostiene che “i musulmani non sarebbero accettati perché non si sentirebbero a casa loro”, tenendo anche conto del fatto che in Slovacchia non esistono moschee. Intanto, molti di quei cristiani che hanno ottenuto asilo nei paesi occidentali arrivano lì solo per essere ulteriormente perseguitati dai richiedenti asilo musulmani – il che sta a indicare, ancora una volta, chi ha bisogno di asilo e chi no; chi si assimila nella cultura occidentale e chi no. Più di recente, in Svezia, due piccoli nuclei familiari di cristiani richiedenti asilo provenienti dalla Siria sono stati vessati e insultati http://www.breitbart.com/london/2015/07/21/christian-asylum-seekers-hounded-out-of-immigrant-housing-by-muslim-residents/da un’ottantina di musulmani, anch’essi siriani. I cristiani e i musulmani, descritti da un quotidiano svedese come “islamisti fondamentalisti”, erano ospiti dello stesso centro di accoglienza.

Tra le varie umiliazioni inflitte, i musulmani hanno intimato ai cristiani di smettere di indossare catenine con la croce e non utilizzare in loro presenza gli spazi comuni della struttura. Dopo continue molestie e minacce, questi cristiani profughi che sono riusciti a fuggire dallo Stato islamico hanno lasciato il centro di accoglienza, “temendo per la loro sicurezza”. Un portavoce dell’agenzia governativa per la migrazione responsabile del centro in cui erano ospitati i cristiani ha detto: “Non hanno avuto il coraggio di rimanere. Il clima era diventato troppo intimidatorio. E non hanno avuto alcun aiuto. (…) Hanno preferito andarsene da un’altra parte e senza il nostro intervento perché si sentivano a disagio”. I paesi occidentali non solo ignorano le persecuzioni dei cristiani da parte dei musulmani in Medio Oriente, ma le favoriscono appoggiando i ribelli “moderati” che in realtà sono “radicali” e anti-occidentali come lo Stato islamico. E quando le minoranze cristiane perseguitate non riescono a fuggire dallo Stato islamico e a raggiungere l’Occidente per chiedere asilo, vengono nuovamente imprigionate. E tutto questo mentre i musulmani – in Medio Oriente e in Occidente – vengono rafforzati e accolti a braccia aperte nei paesi occidentali.

 

(*) Gatestone Institute

Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Raymond Ibrahim (*)