Ciò che Francia e Ue potrebbero imparare

martedì 24 novembre 2015


All'inizio di quest'anno, la Francia è stata uno degli otto Paesi che ha appoggiato una risoluzione palestinese al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un ritiro israeliano ai confini antecedenti al 1967 entro la fine del 2017. Questo voto significa che la Francia è a favore della creazione di uno Stato palestinese indipendente, che potrebbe essere governato dallo stesso tipo di persone che venerdì ha compiuto i più spaventosi attentati terroristici che la Francia abbia mai subito dalla Seconda guerra mondiale.

Oggi, ogni bambino palestinese sa che nel migliore dei casi un futuro Stato palestinese sarebbe governato da Hamas o dalla Jihad islamica, e nel peggiore dei casi dallo Stato islamico e dai suoi affiliati. In Europa, qualcuno ha mai pensato che il popolo palestinese potrebbe non voler vivere sotto il dominio di uno di questi gruppi, proprio come non lo vorrebbero gli europei? La Francia e il resto dei paesi europei lavorano da tempo contro i loro stessi interessi in Medio Oriente. Appoggiando costantemente le politiche filopalestinesi e anti-israeliane, la Francia ha cercato ovviamente di rabbonire i paesi arabi e islamici. Essa sembrava convinta che così facendo i terroristi islamici non avrebbero preso di mira i cittadini e gli interessi francesi. Questo è probabilmente il motivo per cui i francesi hanno commesso l'errore catastrofico di credere che la politica dell'appeasement verso gli arabi e i musulmani avrebbe convinto i terroristi islamisti a tenersi alla larga dalla Francia. I francesi ora rischiano di credere erroneamente che gli attacchi del 13 novembre a Parigi sono stati sferrati perché la Francia non ha placato i terroristi musulmani a sufficienza.

Purtroppo, i due precedenti attacchi terroristici che hanno avuto luogo a Parigi quest'anno – contro il quotidiano satirico Charlie Hebdo e il supermercato ebraico Hyper Cacher – non sono riusciti a convincere i francesi che la politica di appeasement verso gli arabi e i musulmani non è solo inutile, ma anche pericolosa. Anziché imparare da questi errori precedenti e avviare una nuova politica riguardo al conflitto israelo-palestinese in generale e l'Islam estremista in particolare, i francesi sono andati avanti con la loro strategia di appeasement anche dopo gli attentati a Charlie Hebdo e al supermercato Hyper Cacher. Più di recente, la Francia ha manifestato il proprio sostegno ai piani dell'Unione europea di segnalare sulle etichette i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani, pensando inequivocabilmente che i terroristi musulmani avrebbero gradito una mossa del genere da parte di Parigi. Ma come hanno dimostrato gli attacchi di venerdì scorso, lo Stato islamico e i suoi sostenitori non sono particolarmente colpiti dalle azioni contro Israele.

Ai terroristi musulmani non interessano gli insediamenti. Li considerano una questione banale se paragonata al loro obiettivo principale e al loro sogno: uccidere tutti gli infedeli e creare un impero islamico. I terroristi musulmani che uccidono gli ebrei in Israele e in altre parti del mondo cercano anche di eliminare chiunque sia a loro avviso amico dei valori occidentali in generale. Tra questi ci sono soprattutto i cristiani, quelli che hanno la sfortuna di continuare a vivere in Medio Oriente, ma anche coloro che abitano in Francia e in altri paesi occidentali. Il motivo per cui gli estremisti musulmani vogliono distruggere Israele non è legato agli insediamenti o ai posti di blocco, ma al fatto che essi credono che gli ebrei non abbiano diritto di vivere in Medio Oriente. E vogliono distruggere l'Europa perché pensano che i cristiani – e non solo – non hanno diritto di essere qualcosa di diverso dai musulmani. Ecco perché i musulmani non sembrano particolarmente interessati alla decisione dell'Unione europea di segnalare sulle etichette i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani. Va osservato che questa iniziativa non è partita da alcun paese arabo o islamico.

La decisione dell'Unione Europea di boicottare i beni prodotti negli insediamenti israeliani invia ai nemici di Israele e dei valori occidentali un messaggio sbagliato. Questi nemici dell'Occidente ritengono che tale iniziativa sia il primo passo verso l'obiettivo di etichettare tutto Israele come "un insediamento illegale". E non c'è da stupirsi che i primi a festeggiare la decisione siano stati Hamas e la Jihad islamica. Quello che la Francia e gli altri paesi occidentali non capiscono è che le concessioni e i gesti vengono male interpretati dai terroristi come segnali di debolezza, che invitano a commettere più atti di violenza. Quando i terroristi vedono che la pressione funziona, allora pensano che aumentare la pressione dovrebbe funzionare ancora di più! I boicottaggi europei vengono considerati dalla gente del Medio Oriente come qualcosa di cinico e crudele, come un tentativo di corteggiare una leadership rapace a spese della popolazione e di tenere il popolo palestinese nella morsa della sua leadership corrotta, spingendoci a riconsiderare gli estremisti: la sola scelta che abbiamo a disposizione.

Quello che gli europei potrebbero aver imparato è che gli attentati di Parigi sono ciò che noi tutti qui – musulmani, cristiani ed ebrei – stiamo vivendo da decenni. Nel corso degli ultimi 22 anni, tutte le concessioni territoriali di Israele e i gesti di buona volontà hanno portato soltanto a un aumento del terrorismo contro Israele, e contro noi arabi. Molti palestinesi hanno mal interpretato il ritiro da Gaza del 2005 considerandolo solo come una rinuncia e un segno di debolezza. Se uccidere gli ebrei ha indotto questi ultimi a lasciare Gaza, beh, allora occorreva prolungare la scia di sangue. E così Hamas si è preso il merito di aver cacciato via gli ebrei dalla Striscia di Gaza con razzi e attentati suicidi ed è salito rapidamente al potere.

Allo stesso modo, ogni volta che Israele ha rilasciato i prigionieri palestinesi (molti dei quali con le mani imbrattate di sangue) come un gesto nei confronti del presidente dell'Autorità palestinese (Ap) Mahmoud Abbas o del segretario di Stato americano John Kerry, i palestinesi hanno ravvisato in questa mossa un soddisfacimento delle loro richieste. Quindi, il passo successivo consiste nell'aumentare la violenza e chiedere di più. I palestinesi ritengono che il ritiro israeliano dal sud del Libano e da Gaza e il rilascio dei prigionieri palestinesi non siano un segno del fatto che Israele avesse a cuore la pace e la calma, quanto piuttosto una ricompensa per il terrorismo. Due mesi fa, la Francia ha compiuto un altro passo volto a rabbonire gli arabi e i musulmani. Stavolta, i francesi hanno votato a favore di una risoluzione che consenta di issare una bandiera palestinese all'Onu. "Questa bandiera rappresenta un simbolo potente, un barlume di speranza per i palestinesi", ha detto l'ambasciatore francese alle Nazioni Unite François Delattre. Anche in questo caso, i francesi pensavano che il voto avrebbe soddisfatto gli arabi e i musulmani e persuaso i terroristi che la Francia era dalla loro parte nella lotta contro Israele.

L'errata politica della Francia e dell'Europa nei confronti del conflitto israelo-palestinese non è stata avviata un anno o due anni fa. Nel 2011, Parigi votò a favore dell'adesione a pieno titolo della Palestina nell'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura. Il mese scorso, la leadership dell'Ap ha cercato invano di usare l'Unesco per approvare una risoluzione che dichiara che il Muro Occidentale è un luogo sacro solo per i musulmani. La risoluzione è stata modificata all'ultimo minuto e il testo si limita a condannare Israele [per la gestione della Spianata delle Moschee, N.d.T.], ma anziché opporsi alla risoluzione, una Francia imbarazzata ha preferito astenersi. L'Unesco, però, ha riconosciuto come parte del patrimonio musulmano due antichi siti del patrimonio ebraico, simbolo dell'era biblica: la Tomba di Rachele e la Grotta dei Patriarchi. Nella stessa settimana, un altro sito biblico, la Tomba di Giuseppe é stato incendiato (per la seconda volta; la prima nel 2000) da persone il cui governo, l'Autorità palestinese, ha deciso di proteggere.

Nelle ultime settimane, i palestinesi hanno lanciato una nuova ondata di attacchi terroristici contro gli israeliani. Stavolta, i palestinesi usano fucili, coltelli, sassi e automobili per uccidere il maggior numero possibile di ebrei. Ma noi non abbiamo ancora sentito una vera condanna – da parte della Francia, dell'Europa o di chiunque altro – del terrorismo palestinese. Non abbiamo nemmeno sentito la Francia e i paesi dell'Ue chiedere al presidente Mahmoud Abbas di condannare gli attacchi terroristici contro gli israeliani. La maggior parte dei media e dei giornalisti francesi si è anche rifiutata di definire terroristi gli aggressori palestinesi – nonostante molti dei terroristi siano affiliati ai due gruppi palestinesi che condividono la stessa ideologia islamica dello Stato islamico, ossia Hamas e la Jihad islamica. Non condannando gli attentati terroristici e non identificando i perpetratori per quello che sono – spietati assassini e terroristi – la Francia e i paesi occidentali stanno inviando ancora una volta un messaggio sbagliato agli islamisti, vale a dire che uccidere gli ebrei non è un atto di terrorismo.

Ciò che questi paesi non capiscono è che i terroristi che attaccano gli ebrei cercano anche di distruggere la Francia, la Germania, la Gran Bretagna e, ovviamente, il "Grade Satana" (gli Stati Uniti). È necessario ricordare a questi paesi che l'obiettivo ultimo dei terroristi islamisti è costringere tutti i non musulmani a sottomettersi all'Islam o affrontare la morte. A volte, i terroristi non hanno nemmeno la pazienza di offrire questa scelta agli "infedeli" e li uccidono mentre assistono a un concerto o a una partita di calcio. Resta ora da vedere se i francesi si sveglieranno e si renderanno conto che l'Islam radicale è in guerra contro i "miscredenti" e tutti coloro che si rifiutano di accettare i dettami dello Stato islamico e di altri estremisti musulmani. Questa è una guerra che Israele combatte da più di due decenni, ma purtroppo con poco sostegno – e più spesso ostacolato – da parte dei paesi europei, compresa la Francia. I francesi e gli europei farebbero bene a capire che non c'è alcuna differenza tra un giovane palestinese che afferra un coltello con l'intento di uccidere gli ebrei e un terrorista dello Stato islamico che uccide decine e decine di persone innocenti a Parigi. Una volta che i francesi e gli altri europei comprenderanno questa realtà sarà molto più facile per loro impegnarsi nella lotta contro il terrorismo islamico.

 

(*) Gatestone Institute 

Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Bassam Tawil (*)