Violenza sessuale e conflitti armati

I conflitti armati producono sempre una serie di problematiche, molte di queste, spesso, passano in secondo piano rispetto ad altre priorità emergenziali. I conflitti armati colpiscono donne, ragazzi, bambini, bambine e diversamente abili in modo diverso. Alcune incresciose problematiche di dignità annodate ai conflitti armati sono quelle legate alla violenza sessuale, che resta un fenomeno diffuso anche nelle guerre moderne e produce numerose conseguenze dannose per le vite delle vittime, indipendentemente dalla loro età.

Durante il corso del 2013, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), con il sostegno della Commissione europea, ha avviato una progettualità triennale, 2013/2016, per dare risalto alla problematica della violenza sessuale durante i conflitti armati, al fine di rafforzare la prevenzione e il monitoraggio nel corso dei conflitti. Da qualche settimana il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha lanciato, nelle sale cinematografiche di Bruxelles, un cortometraggio di animazione volto a sensibilizzare il pubblico europeo e occidentale sul tema della violenza sessuale durante gli scontri armati. È possibile visionare su YouTube il trailer del cortometraggio, intitolato: “Brussels cinemas: Animation about sexual violence in armed conflicts”, al link: https://www.youtube.com/watch?v=Hjy3vzWoOqU.

Il termine “violenza sessuale” è utilizzato per descrivere gli atti di natura sessuale violenti imposti a donne, uomini, ragazze o ragazzi attraverso la minaccia o la coercizione che può aversi durante periodi di detenzione in zone di guerra, oppure attraverso l’oppressione psicologica o l’abuso di potere da parte delle forze miliari istituzionali o paramilitari. La violenza sessuale comprende varie tipologie di abusi: stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata e gravidanza forzata. Lo stupro e le altre forme di violenza sessuale sono proibite dalle convenzioni sui diritti umani e dal diritto internazionale umanitario sia durante lo svolgimento dei conflitti armati internazionali sia durante le guerre “interne”. Tale divieto è legato sia ad organismi e strutture governative statali che a quelle non statali. Lo stupro e le altre forme di violenza sessuale commessi durante e in relazione a un conflitto armato costituiscono un crimine di guerra e come tali vengono perseguiti. In altre circostanze, la violenza sessuale è spesso vietata dal diritto interno delle varie strutture statuali.

Nel dicembre del 2015, la Conferenza Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha introdotto la 32esima risoluzione congiunta per avviare una serie di collaborazioni finalizzate alla prevenzione della violenza sessuale e di genere. Tale risoluzione incoraggia il Cicr a rafforzare i suoi sforzi nell’assistenza, recupero e tutela delle vittime di guerra.

(*) Componente del Consiglio direttivo di “Nessuno tocchi Caino”, membro della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (Lidu Onlus) e del Comitato Italiano Helsinki per i diritti umani

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:00