Iran: i conservatori   non mollano

Una brusca frenata alle ambizioni riformatrici del presidente iraniano Rohani è arrivata dai risultati dell’elezione del nuovo presidente dell’Assemblea degli Esperti dell’Orientamento a Teheran, che hanno visto trionfare l’ultra-conservatore Ahmad Jannati.

L'ayatollah Jannati, che era il candidato fortemente voluto e sostenuto dalla Guida Suprema Ali Khamenei, ha riportato 51 voti su 86 elettori, distanziando nettamente gli altri candidati. In particolare è uscito sconfitto dalle urne l’ayatollah Ebrahim Amini, esponente religioso di primo piano, candidato dei partiti riformatori e moderati che sostengono il presidente Hassan Rohani e l'ex presidente Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, entrambi membri dell'Assemblea degli Esperti.

Nelle ultime settimane Rohani e Rafsanjani avevano apertamente e ripetutamente sostenuto l’elezione dell’ayatollah Amini, intervenendo a suo favore anche sui giornali. Amini però non ha superato i 21 voti mentre l’altro candidato, l’indipendente Mahmoud Hashemi Shahroudi, ex capo della suprema magistratura, si è fermato a 13 voti.

L'Assemblea degli Esperti è uno degli organi più potenti ed influenti del regime iraniano; è composta da 86 membri, provenienti dal clero islamico, eletti per 8 anni a suffragio universale diretto. Essa elegge il Rahbar, la Guida Suprema, massima autorità iraniana, che può anche destituire dalle sue funzioni per gravi reati contro il credo islamico. Fino ad ora però l’Assemblea non ha mai esercitato tale funzione e il mandato alla Guida Suprema è di fatto a vita. Gli Esperti si riuniscono due volte l’anno nella città-santa di Qom, a Teheran e a Mashhaded.

Gli 86 membri dell’Assemblea potrebbero essere chiamati svolgere un ruolo chiave nel prossimo futuro, in considerazione dell'età - 76 anni - e delle condizioni di salute dell’attuale leader, l'ayatollah Ali Khamenei. Con le elezioni a suffragio universale dello scorso 28 febbraio, l’Assemblea aveva rinnovato la sua composizione e i risultati avevano destato non poca preoccupazione all’interno della compagine governativa. Malgrado le attese di Rohani e dei moderati, aveva infatti prevalso la componente conservatrice, vicina alla Guida Suprema e alle Guardie Rivoluzionarie. In quella tornata elettorale la coalizione dei partiti moderati e riformisti aveva fatto di tutto per non far eleggere l'ayatollah Jannati, considerato un ultra conservatore avverso ad ogni cambiamento nella linea politica del regime. L’ayatollah però era stato eletto per il rotto della cuffia nella circoscrizione di Teheran sud, dove forte è ancora la componente islamista più estremista. La sua elezione al più alto scranno dell’Assemblea per i prossimi due anni rafforza ora la posizione dell’ayatollah Jannati, che dirige anche il Consiglio dei Guardiani della Costituzione, l’organo incaricato di sorvegliare le elezioni politiche e verificare la conformità delle leggi approvate dal Parlamento con la Costituzione e le regole dell'Islam.

La Guida Suprema, Khamenei, aveva peraltro ribadito decisamente nelle scorse settimane, all’inaugurazione della nuova legislatura, che l'Assemblea degli Esperti dovesse rimanere un assemblea rivoluzionaria e dovesse continuare a pensare e agire in modo rivoluzionario, secondo i principi stabiliti dall’ayatollah Khomeini, quando gli islamisti conquistarono il potere nel 1979. L’ayatollah Khamenei aveva anche aggiunto che il compito dei nuovi membri dell’Assemblea degli Esperti dovrà essere quello di proteggere e salvaguardare l’identità islamica e rivoluzionaria del governo in carica e dirigere gli apparati dipendenti verso “gli obiettivi islamici”.

Il presidente Rohani dovrà ora esercitare le sue grandi doti di “trapezista” per convincere i religiosi conservatori dell’Assemblea degli Esperti che la transizione e le aperture avviate dal suo governo sono ormai irrinunciabili: glielo chiede a gran voce la maggioranza degli Iraniani.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:00