In saldo la Grecia di Alexis Tsipras

martedì 4 ottobre 2016


La rivoluzione greca di Alexīs Tsipras è alla canna del gas. Perché il leader della sinistra ellenica, un tempo osannato dai compagni italiani che lo avevano trasformato nell’icona del cambiamento possibile, ha deciso di privatizzare i servizi di gas e acqua. Proprio le bandiere che la sinistra greca e quella italiana sventolavano con orgoglio. Anche il mercato elettrico sarà liberalizzato e Terna è interessata a conquistare una fetta del servizio per Atene, così come Snam punta al settore della distribuzione del gas mentre le Ferrovie dello Stato Italiane hanno già rilevato una società per il trasporto su rotaia.

Il provvedimento imposta dalla Troika e accettato (come sempre) da Tsipras, porterà le società pubbliche del gas e dell’acqua sotto il controllo di un Fondo che risponde alla Troika e che avrà mano libera per i prossimi 99 anni. Ma i creditori hanno messo le mani anche sulla metropolitana di Atene, su un fondo immobiliare pubblico e su un’azienda che produce veicoli militari. In pratica si sta provvedendo alla svendita della Grecia un pezzo alla volta. D’altronde, la posizione ellenica è strategica non solo in senso militare ma anche a livello logistico. E la Cina è particolarmente interessata ai porti greci da cui far partire treni carichi di merci destinate ai Balcani ed all’Europa centro-orientale. Mentre Venezia potrebbe diventare il porto strategico per le merci cinesi destinate all’Europa del Nord.

Per il momento, però, le privatizzazioni imposte dalla Troika, le liberalizzazioni ed i tagli a salari e pensioni non hanno portato a grandi risultati. La disoccupazione complessiva è al 26 per cento, quella giovanile molto più alta nonostante la continua emigrazione di giovani greci alla ricerca di una via d’uscita. Tsipras, però, continua imperterrito nonostante la rabbia crescente nel Paese. E insieme a privatizzazioni e liberalizzazioni ha nuovamente tagliato le pensioni. “Forte” di una maggioranza di 152 deputati su 300 tra Syriza e Anel. Il leader della sinistra sta ora cercando di allargare la maggioranza coinvolgendo il Pasok, ma il vecchio partito socialista greco non vede l’ora di rifarsi delle umiliazioni degli ultimi anni e attende fiducioso la fine ingloriosa di Tsipras per riconquistare il potere.

Così la Grecia prosegue nel suo cammino verso il baratro. Le condizioni di vita della popolazione peggiorano quotidianamente, le difficoltà per un’alimentazione sana dei bambini si sommano all’impossibilità di curarsi adeguatamente. Gli aiuti internazionali sono destinati esclusivamente ai migranti e, anzi, gli organismi internazionali lamentano l’inadeguatezza dei livelli di accoglienza dei nuovi arrivati mentre ignorano le situazioni drammatiche della popolazione ellenica. Non a caso le ha ignorate anche il premier Matteo Renzi, quando ha organizzato l’incontro tra i vertici dei Paesi dell’Europa del Sud. Tutti attenti ai migranti e distratti sulla realtà dei propri concittadini. Così Tsipras, mentre il debito greco non accenna a diminuire nonostante le politiche di lacrime e sangue imposte dalla Troika, deve anche fare i conti con le proteste che ormai dilagano nelle piazze e nelle strade. Come sempre accade in questi casi, i tagli che colpiscono i normali cittadini sono attutiti nel caso delle forze dell’ordine che devono tutelare i rappresentanti del governo dalla rabbia popolare. Ma ciò non basta ad evitare che i sondaggi puniscano ormai pesantemente Tsipras, a vantaggio dello schieramento di centrodestra. Mentre la sinistra appare sempre più divisa tra chi vorrebbe cancellare definitivamente la parentesi Tsipras e chi si ostina a sostenerlo, sull’estrema destra Alba Dorata intensifica le sue iniziative sul territorio a vantaggio della popolazione greca maggiormente colpita dalla crisi.

(*) Storico del think tank “Il Nodo di Gordio


di Alessandro Grandi (*)