Il gelo in Italia e il “global warming”

sabato 21 gennaio 2017


Dopo una breve tregua, il grande freddo con intense nevicate è ripartito di nuovo. L’Italia e, cosa estremamente nuova, l’intero Mezzogiorno, subisce una nuova ondata di freddo con gelo che, durante la notte, arriva a temperature proibitive con la neve anche in località situate a livello del mare. Il gelo è stato causa della morte di diversi clochard, dell’aumento delle difficoltà per i terremotati, molti dei quali vivono in alloggi di fortuna, e mette a dura prova gli anziani soprattutto quelli che vivono in ambienti non riscaldati.

Le nevicate, comunque, hanno permesso di riflettere su quanto ormai è stato assunto come certezza dall’opinione pubblica mondiale, perché proveniente dall’attività di “studio e ricerca” (?) dell’Ipcc, (Intergovernmental Panel on Climate Change) carrozzone messo in piedi nel 1988 su iniziativa dell’Onu, che produce, a intervalli regolari, “rapporti di valutazione” discutibili sui cambiamenti climatici e organizza conferenze internazionali per contrastare l’apporto di CO2 prodotto dall’uomo, considerato elemento determinante per quell’effetto serra che viene presentato come base del global warming (più semplicemente: surriscaldamento climatico del pianeta).

Da 19 anni questo gruppo di lavoro “vive” su un assunto (riscaldamento della Terra) che contrasta con le affermazioni di altri scienziati che confutano alla base le certezze dei “ricercatori” raccolti attorno all’Ipcc e che si avvalgono della cortina di difesa rappresentata dai Paesi che si sono convinti della bontà delle argomentazioni del Forum adagiandosi sulle loro verità, o che hanno fatto la stessa scelta semplicemente accodandosi agli altri Paesi i cui governi non sono certamente formati da scienziati della materia. Non lo era Barack Obama e non lo era e non lo è Papa Francesco.

Il gelo di questi giorni, però, sta spingendo l’opinione pubblica a riflessioni sull’argomento perché ci si trova con due verità: una espressa da chi ha interessi diretti nel far vivere il “carrozzone” e poterne sfruttare politicamente ed economicamente la valenza, e un’altra espressa da chi non ha quest’interesse e si muove libero e forte delle proprie conoscenze scientifiche. Fra i primi c’era l’ambientalista, nonché premio Nobel per la Pace, Al Gore (ex vice presidente degli Usa dal 1992 al 2000 con Bill Clinton presidente); mentre tra gli altri c’è Carlo Rubbia (premio Nobel per la Fisica), che ha definito, nel corso di un intervento al Parlamento italiano, una “bufala” il riscaldamento della Terra; e il professor Antonino Zichichi (presidente degli Scienziati mondiali), che ha difeso la CO2 senza la quale le piante morirebbero e non produrrebbero più l’ossigeno che serve agli esseri viventi del pianeta.

Di Al Gore si ricorda che, nel 2007, durante la cerimonia di consegna del premio Nobel a Oslo, nel ringraziare per l’alta onorificenza assegnatagli ebbe a dire, dinanzi agli sbalorditi reali di Norvegia, che il Polo Nord era destinato a collassarsi per lo scioglimento dei suoi ghiacciai e ha teso a sottolineare che “ciò potrebbe succedere fra soli 7 anni. Sette anni a partire da oggi” disse. Il 2014 è passato e i ghiacciai sono sempre al loro posto. Chi gli aveva assegnato il premio capì l’errore fatto perché lo scioglimento dei ghiacciai dei poli, quando avverrà, avrà bisogno, per realizzarsi, di centinaia di migliaia di anni, altro che i 7 anni sbandierati dal ridicolo Al Gore.

Anche il Papa, purtroppo, si è accodato al luogo comune del surriscaldamento del pianeta giustificandolo col fatto che la maggioranza dei ricercatori era schierato su tale versante. Stessa identica motivazione fatta da Urbano VIII, che fece processare Galileo Galilei perché sosteneva la teoria copernicana della Terra rotante attorno al Sole e non viceversa così come scritto nella Bibbia. Galileo si salvò dal carcere perché abiurò le sue convinzioni, con un Pontefice che usò come scudo gli orientamenti maggioritari, fra gli astronomi del tempo, che sostenevano la centralità della Terra nell’Universo, ma che era una vera e propria “bufala”.

Trump invece, ci ricorda Franco Battaglia, vuole “rinvigorire lo sfruttamento dei combustibili fossili e tagliare ogni sovvenzione pubblica sia alle tecnologie eolica e fotovoltaica che ai programmi dell'Onu sui cambiamenti climatici, oltre che cancellare i recenti accordi di Parigi in occasione di quella pittoresca carnevalata che è stata la Cop21”. Non ci sta, Trump, a star dietro ai truffatori, e ha avuto il coraggio di affermarlo durante la campagna elettorale senza, per questo, scalfire il sostegno popolare che si stava coagulando attorno alle sue scelte politico-economiche.


di Giovanni Alvaro