Scandalo pedofilia nella chiesa inglese, “coperti abusi”

Un nuovo scandalo pedofilia colpisce l’establishment del Regno Unito e in questo caso è la chiesa d’Inghilterra a finire sotto accusa. Il suo leader, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, ha dovuto fare un “mea culpa” senza precedenti rivelando anni di insabbiamenti e addirittura collusioni per coprire gli abusi sessuali commessi su bambini e ragazzi da Peter Ball quando era vescovo prima di Lewes e poi di Gloucester. Quello del primate della Church of England è stato un atto necessario dopo la pubblicazione di “Abuse of Faith”, un rapporto indipendente che fa luce su uno degli episodi più oscuri del mondo protestante britannico.

“Siamo di fronte a un comportamento imperdonabile e scioccante”, ha affermato Welby, sottolineando che sono state tradite le vittime che invece andavano aiutate. I risultati del rapporto sono per certi versi sconvolgenti: è emerso che la chiesa ha perfino depistato le indagini sui reati compiuti dall’ ex vescovo, fra l’altro amico del principe Carlo, nel periodo che va dagli anni Settanta fino agli anni Novanta. L’85enne Ball aveva ammesso di aver abusato di 18 ragazzi - obbligandoli ad esempio a pregare nudi - ma dopo la condanna a 32 mesi di carcere nel 2015 è stato rilasciato lo scorso febbraio dopo aver trascorso solo 16 mesi dietro le sbarre. Fra le figure ai vertici della chiesa maggiormente coinvolte c’è l’ex arcivescovo di Canterbury, George Carey, che Welby ha costretto alle dimissioni dall’incarico onorario di vice vescovo a Oxford. L’ex primate era andato in pensione nel 2002 e in passato aveva difeso più volte l’innocenza di Ball nonostante le numerose denunce da parte delle sue vittime.

Si parla in particolare di sei lettere inviate ai vertici della chiesa che Carey non aveva girato alla polizia nonostante l’arresto del vescovo nel 1992. Ball si dimise da vescovo di Gloucester e se la cavò allora con una semplice diffida: nonostante questo gli fu permesso di continuare a frequentare chiese e scuole per diversi anni e solo due decenni dopo è finito finalmente in tribunale e poi in carcere. Si allunga così l’elenco dei rappresentanti della società britannica coinvolti in scandali sessuali, spesso con l’aggravante della pedofilia e ingiustamente derubricati come “antichi” perché’ avvenuti nei decenni scorsi.

Aggiornato il 23 giugno 2017 alle ore 15:57