Pedofilia: no all’estradizione in Canada per Capella

Sarà processato in Vaticano monsignor Carlo Alberto Capella, il funzionario della Nunziatura Apostolica di Washington destinatario di un ordine di arresto da parte delle autorità canadesi per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Il diplomatico vaticano, secondo quanto apprende l’Ansa, non sarà estradato in Canada. Il Vaticano, infatti, ritiene che su Capella viga l’immunità diplomatica, in virtù delle sue funzioni, contro il mandato di cattura emesso nei suoi confronti. D’altra parte, in Vaticano non è ancora formalmente giunta la richiesta d’arresto degli inquirenti canadesi. Tra la Santa Sede e il Paese nordamericano, inoltre, non esiste un trattato di estradizione. In ogni caso, la volontà d’Oltretevere è che il funzionario diplomatico venga processato “in casa”. La vicenda di mons. Capella è emersa il 15 settembre scorso quando si è venuto a sapere che il promotore di giustizia vaticano aveva aperto un fascicolo nei confronti del diplomatico in servizio presso la Nunziatura di Washington dopo che lo scorso 21 giugno il Dipartimento degli Stati Uniti aveva notificato il possibile reato. L’inchiesta a cui fa riferimento il mandato d’arresto delle autorità canadesi, in cui oltre al possesso del materiale pedopornografico se ne ipotizza anche la diffusione, è iniziata con una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini del Rcmp (la polizia canadese).

La diocesi di London, in Ontario, ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di aiuto per l’indagine; assistenza che è stata data, in relazione alle possibili violazioni della legge sulla pornografia infantile fatte da mons. Capella usando un “indirizzo di un computer in una chiesa locale”. Attualmente il sacerdote indagato, diplomatico di alto profilo, ex officiale della Sezione per i Rapporti con gli Stati, è in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri, e qui resterà in stato di restrizione in attesa del giudizio. Sulla vicenda che lo riguarda si era espresso con parole molto severe dieci giorni fa il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin parlando a margine del congresso internazionale “Child Dignity in the Digital World” sulla prevenzione degli abusi sui minori in Internet svoltosi all’Università Gregoriana. “E’ una vicenda dolorosissima, una prova grande per tutti quelli che sono coinvolti”, aveva detto il porporato. “Stiamo trattando il caso con il massimo impegno, la massima serieta’“, aveva anche assicurato aggiungendo che il resto è coperto da “riserbo per proteggere le indagini e quindi per proteggere la verità e la giustizia”.

Aggiornato il 13 ottobre 2017 alle ore 15:59