Trump decertifica l’accordo nucleare iraniano

Il direttore esecutivo dell’American Jewish Committee (Ajc), David Harris, ha rilasciato un comunicato a seguito delle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump.

“Il presidente Donald J. Trump ha pronunciato l’atteso discorso sull’Iran – scrive Harris – Ricapitolando, ha affermato che l’accordo, denominato Joint Comprehensive Plan Of Action (Jcpoa) con l’Iran, verrà decertificato, visto il comportamento vergognoso dell’Iran sotto numerosi aspetti. Chiaramente il messaggio del presidente non è stato accolto con favore da coloro che speravano nel rinnovo della certificazione, ma neanche da chi, dalla parte politica opposta, volevano che l’accordo - che il presidente stesso considerava insoddisfacente - venisse stracciato del tutto. Resta da vedere cosa accadrà adesso. L’attenzione è rivolta ora alla reazione del Congresso Usa e a quelle delle altre nazioni del P5+1: Cina, Francia, Germania, Russia e il Regno Unito. Per quanto riguarda l’Ajc, il nocciolo della questione rimane quello di affrontare gli aspetti chiave che preoccupavano da tempo e che non furono affrontati adeguatamente – se non addirittura ignorati completamente – nell’accordo originale, motivo per cui nel 2015 fummo contrari a quest’accordo. Questi aspetti sono in particolare: (a) Il programma missilistico dell’Iran, che procede in maniera aggressiva e minacciosa; (b) La clausola provvisoria del Jcpoa, che in pratica vuol dire che l’Iran avrà le armi nucleari entro il 2030; (c) Le debolezze nel programma delle ispezioni, visto che i siti militari iraniani sono completamente interdetti agli ispettori. È ovvio inoltre, o almeno dovrebbe esserlo, che i sostenitori del Jcpoa che affermavano che l’accordo avrebbe moderato il comportamento iraniano hanno preso un granchio colossale. In realtà, non solo l’Iran ha incrementato le sue attività destabilizzanti nella regione – dalla Siria all’Iraq, dal Libano allo Yemen, dal Bahrein a Gaza, ma il catalogo degli abusi dei diritti umani da parte del regime continua ad allungarsi. In questo momento, indipendentemente dai punti di vista precedenti, è assolutamente essenziale che questa Amministrazione, il Congresso e i nostri alleati principali in Europa, in Medio Oriente e in Asia affrontino con la massima collaborazione la minaccia iraniana. La questione non può diventare terreno di scontro politico, di eredità passate, o come dicono i tedeschi, di schadenfreude. È una questione molto complessa – conclude il comunicato di Harris – e in cui la posta in gioco è altissima, e va affrontata facendo in modo che l’Iran non si prenda gioco dello spirito del Jcpoa, lavorando sottobanco per ignorarlo, per creare divisioni tra gli alleati o continuando sulla strada - aperta dai difetti contenuti nell’accordo originale del 2015 - che lo porterà nel lungo termine a diventare un Paese armato di bombe atomiche”.

Aggiornato il 16 ottobre 2017 alle ore 14:19