Paradise Papers: c’è anche Schroeder tra i nomi illustri

C’è anche il nome dell’ex cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, tra i documenti raccolti nell’ambito delle rivelazioni sui paradisi fiscali, denominati Paradise Papers, secondo quanto riferisce la Sueddeutsche Zeitung. L’ex cancelliere nel 2009 ricopriva l’incarico di “consigliere indipendente” all’interno del consiglio di sorveglianza della joint venture russo-britannica TNK-BP, con sede nelle Isole vergini. Schroeder ed altri due consiglieri si sono serviti dello studio legale Appleby, ora nel mirino dell’inchiesta, “per determinate opportunità procedurali vigenti nel diritto delle Isole vergini britanniche”, riportano le email dello studio legale, citate nell’inchiesta. Nel 2011 Schroeder ha poi lasciato il posto all’interno della compagnia, acquisita successivamente, nel 2013, dalla società petrolifera russa Rosneft. Gerhard Schroeder, poche settimane fa, è stato eletto membro indipendente nel board della compagnia energetica Rosneft.

In seguito alle nuove rivelazioni, il ministro tedesco delle finanze ad interim, Peter Altmeier, ha affermato che “i dati saranno verificati, le conseguenze saranno esaminate sul piano della legislazione europea e ci si confronterà al livello nazionale”. Ieri un portavoce del ministero delle finanze aveva dichiarato: “Saremmo contenti se queste informazioni fossero messe a disposizione dell’amministrazione delle entrate”. Si tratta di 13,4 milioni di documenti sui paradisi fiscali in possesso del team di giornalisti che hanno lavorato all’inchiesta. Il ministro della giustizia uscente, il socialdemocratico Heiko Maas, ha chiesto una maggiore trasparenza nei regolamenti fiscali in Europa “solo così potremmo avere una credibilità mondiale per rivendicare una maggiore giustizia fiscale”.

Intanto il il segretario al commercio dell’amministrazione Trump, Wilbur Ross, respinge le accuse contenute nei Paradise Papers, secondo cui avrebbe nascosto al Congresso i suoi legami con un’azienda di spedizioni marittime legata a Vladimir Putin. Ross ha quindi sottolineato come non ci sia stato nulla di improprio nelle sue relazioni con la Navigator Holdings, un’azienda - ha spiegato - che non era sotto sanzioni. “Si è trattato di normali relazioni commerciali”.

Aggiornato il 07 novembre 2017 alle ore 10:56