Il Papa, i cristiani e la dignità umana

giovedì 25 gennaio 2018


Il Papa, i cristiani e la dignità umana. Il pontefice parla delle sfide della contemporaneità nel corso della celebrazione dei Secondi Vespri a San Paolo fuori le Mura. Francesco interviene a conclusione della 51esima Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sul tema “Potente è la tua mano”. Vi prendono parte i rappresentanti delle altre chiese e comunità ecclesiali presenti a Roma.

Per Bergoglio, “i cristiani, insieme agli amici di altre tradizioni religiose, affrontano oggi sfide che sviliscono la dignità umana. Fuggono da situazioni di conflitto e di miseria, sono vittime della tratta degli esseri umani e di altre schiavitù moderne, patiscono gli stenti e la fame, in un mondo sempre più ricco di mezzi e povero d’amore, dove continuano ad aumentare le disuguaglianze”.

Il Papa pensa alle vittime delle persecuzioni religiose. “Anche i cristiani di oggi – sostiene – incontrano nel cammino molte difficoltà, circondati da tanti deserti spirituali, che fanno inaridire la speranza e la gioia. Sul cammino ci sono pure dei pericoli gravi, che mettono a repentaglio la vita: quanti fratelli oggi subiscono persecuzioni per il nome di Gesù! Quando il loro sangue viene versato, anche se appartengono a confessioni diverse, diventano insieme testimoni della fede, martiri, uniti nel vincolo della grazia battesimale”.

Per il pontefice, dobbiamo “condividere l’esperienza fondamentale: la grazia di Dio, la sua misericordia potente nel salvarci. E proprio perché Dio ha operato questa vittoria in noi, insieme possiamo cantarne le lodi. Anche San Paolo, di cui oggi celebriamo la conversione, ha fatto la potente esperienza della grazia, che lo ha chiamato a diventare, da persecutore ad apostolo di Cristo. La grazia di Dio ha spinto pure lui a cercare la comunione con altri cristiani, da subito, prima a Damasco e poi a Gerusalemme. È questa la nostra esperienza di credenti. Man mano che cresciamo nella vita spirituale, comprendiamo sempre meglio che la grazia ci raggiunge insieme agli altri”.


di Ugo Elfer