Ue-Polonia: vertice sulla riforma della giustizia

Inevitabile un incontro istituzionale, necessaria una valutazione sullo stato di diritto nella regione polacca. Così il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha ricevuto a Bruxelles il primo ministro della Polonia Mateusz Morawiecki. L’incontro, svolto a porte chiuse soprattutto in considerazione della delicatezza dei temi trattati, è una prosecuzione di un incessante confronto in merito alla riforma della giustizia avviata dall’esecutivo polacco nei mesi scorsi e già sotto osservazione dai funzionari europei.

In verità, i contatti tra Bruxelles e Varsavia sono ripresi dopo la nomina del nuovo primo ministro polacco lo scorso dicembre. Infatti, il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, parlando il 28 febbraio scorso in Europarlamento, ha affermato che “da gennaio ci sono stati scambi tra Commissione europea e autorità” del Paese. “Per la prima volta in due anni c’è un dialogo reale e credo dovremmo continuarlo a tutti i livelli. Spero che questo dialogo porterà a misure concrete entro la fine di marzo. Il dialogo è utile solo se produce risultati”, ha sottolineato Timmermans, aggiungendo che la Commissione si aspetta “reazioni concrete” alle sue raccomandazioni.

Certo, non è sottovalutabile anche la posizione espressa dell’Europarlamento che ha votato a favore della proposta della Commissione europea di attivare l’articolo 7 del Trattato, ovvero hanno approvato la posizione della Commissione con 422 voti a favore, 147 contrari e 48 astensioni, invitano il Consiglio dell’Ue “a intraprendere un’azione rapida, in accordo con le disposizioni” previste dall’articolo 7 e chiedono che il Parlamento sia pienamente informato dei progressi fatti e delle azioni intraprese nei vari passaggi della procedura.

Insomma, in un periodo di forte incertezza politica in tutta la regione europea, sembra inevitabile che non si mettano in discussione i valori e lo stato di diritto su cui poggia il processo di integrazione europea. La Polonia, per contro, ha tutti gli interessi a mantenere ottimi rapporti istituzionali con gli organi di governo europei. Proprio nei giorni scorsi, infatti, la Commissione europea ha presentato un’analisi della situazione economica dell’Ue e una valutazione delle economie degli Stati membri, compresa la Polonia affermando che “la crescita economica (in Polonia) è forte, il settore finanziario è stabile e non vi è alcun rischio per la stabilità fiscale a breve termine”.

Ma se dal punto di vista del economico la Polonia può essere ottimista, non vi è dubbio che ci sia molto ancora da fare per la realizzazione di una Europa dei diritti.

Aggiornato il 09 marzo 2018 alle ore 08:08