Sarkozy fermato per finanziamenti illeciti

Il fantasma di Gheddafi continua a perseguitare l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy. È in stato di fermo e ascoltato dai magistrati anti-corruzione di Nanterre. È accusato di finanziamento illecito. Soldi con cui portò avanti la sua campagna elettorale del 2007. Circa 50 milioni di euro arrivati con diversi pagamenti in contanti. Denaro proveniente dalle casse dell’ormai defunto dittatore libico.

Le prime accuse erano state rivelate dal sito Mediapart sei anni fa e documentate in un libro uscito qualche mese fa dal titolo “Avec les compliments du Guide”. Nel saggio veniva raccontato di borse piene di banconote passate da Tripoli e Parigi, bonifici sospetti, lettere con promesse di milioni di euro per favorire l’elezione dell’allora leader della destra francese. Si arriva poi ai ricatti, le minacce e la guerra scatenata dal governo francese, presieduto dallo stesso Sarkozy contro la Libia.

I magistrati francesi indagano sul presunto finanziamento da Tripoli a Parigi fin dal 2013. L’inchiesta è proceduta a rilento, anche per la morte di Gheddafi e di molti suoi fedelissimi. Un nuovo colpo di accelerazione è arrivato a gennaio con l’arresto all'aeroporto londinese di Heathrow dell’uomo d’affari francese, Alexandre Djouhri, con un mandato di arresto internazionale emesso dalla Francia. Sarebbe stato lui a fare da tramite per il denaro proveniente dall’ex leader libico.

L'ex capo di Stato ha sempre smentito le accuse. Dall’autunno 2016 si è ritirato dalla vita politica dopo la sconfitta alle primarie del centrodestra. Sarkozy è già stato rinviato a giudizio per non aver rispettato le regole sul finanziamento della sua campagna elettorale del 2012, avendo speso circa 20 milioni in più rispetto al tetto dei 22,5 milioni consentiti per legge.

Aggiornato il 20 marzo 2018 alle ore 11:37