Siria: l’Italia faccia da mediatore

Bisogna fermare Emmanuel Macron che ci sta portando in guerra, e la guerra in casa. Il presidente francese digiuno di tutto, di politica estera, di strategia e di diplomazia, si sta impelagando e soprattutto ci sta impelagando tutti in un gorgo da cui non si riemerge.  

Dietro la guerra in Siria c’è un vespaio di ostilità e di guerre che coinvolge tutto il Medio Oriente. A cominciare da quella tra Iran e Israele, dietro cui soffia la Turchia. Assad ha lasciato mettere agli iraniani  basi militari sempre più vicine a Gerusalemme, dunque Israele ha attaccato e raso al suolo la base iraniana vicino ad Aleppo. L’appoggio che Assad dà a Teheran mette a rischio non solo la Siria ma l’intero Medio Oriente.

Il 12 maggio prossimo l’Europa modificherà il pessimo accordo nucleare con l’Iran. Il problema della guerra in Siria è un intricato vespaio perché si porta dietro tutta la questione mediorientale su cui solo Trump e Putin possono e devono trovare un accordo possibile. In modo da circoscriverla affinché non diventi la miccia di una guerra globale. Perché l’accordo sia possibile, è necessario che l’Europa si tenga fuori. Dunque vanno bloccate le smanie di partecipazione e di interventismo di Macron che, nel frattempo, è riuscito già pure a dichiarare guerra a Putin e a tutta la Russia affermando che “i russi possono essere considerati complici per l’attacco chimico dello scorso 7 aprile, perché hanno bloccato i meccanismi previsti da una risoluzione dell’Onu per impedire l’uso di armi chimiche in Siria”.

La Francia sta intervenendo al di fuori delle Nazioni Unite, richiamando una originale comunità internazionale priva di regole se non quelle che Macron stesso rivendica per se stesso per fare quello che gli pare a di cui si è erto a rappresentante (o meglio comandante) in capo per l’Europa. La questione in Siria si risolve solo con l’accordo tra Trump e Putin, non ostruito da Macron e May o altri. Non si scherzi con il fuoco. La soluzione siriana passa da nuove elezioni e, come già aveva promesso Assad, da un nuovo governo e presidente eletti dal popolo siriano. Ogni intromissione di un accordo possibile tra Trump e Putin allontana tutti dalla soluzione e dalla pace.

L’Italia potrebbe fare da mediatore al solo e unico scopo di rendere possibile il dialogo tra Usa e Russia. Il governo eletto dagli italiani tarda a vedersi dunque, forte dell’esperienza di Pratica di Mare in cui Usa, Russia ed Europa si incontrarono. Silvio Berlusconi potrebbe, già oggi, a titolo amicale con Putin e a titolo di simpatia con Trump, anche tramite Antonio Tajani procedere nel senso di un incontro possibile. Ogni momento che passa aggraverà la situazione generale. Troppi galletti vogliono cantare. Si evitino escalation pericolose in arrivo, si eviti l’aggravarsi di una situazione già oggi più che pericolante e compromessa. L’Italia è e rimane alleata di Trump vantando un autentico rapporto di leale amicizia con Putin.

Aggiornato il 17 aprile 2018 alle ore 09:58