Fermare un conflitto globale

Dopo Assad sarà peggio di Assad. Non si esporta la democrazia dall’Occidente in Medio Oriente. Alla democrazia i popoli devono arrivare con le proprie gambe, eventualmente aiutati con un sostegno, ma non la guerra . L’appropriarsi da parte di un popolo (di qualsiasi popolo) di un sistema democratico è una cosa “personale” e intima; senza quel passaggio necessario la democrazia stessa nasce sbagliata, proprio perché importata o “imposta”. Ma come si fa a “imporre” la democrazia? Può essere solo del popolo che vuole e decide di diventare democratico. Proprio per questo esistono la diplomazia e le strategie politiche tra i Paesi.

Assad ha già detto una volta, dopo essere andato a trovare Vladimir Putin, di indire nuove elezioni e di voler accettare il responso del popolo siriano. Ma è possibile che il nostro inquieto Occidente voglia a tutti i costi intromettersi nel vespaio mediorientale? Tempo fa c’è stato l’assalto alla moglie di Assad descritta come una malvagia intenta a lustrarsi unghie e capelli mentre il popolo moriva. Adesso tutti ripetono di avere le prove dei gas e del loro uso da parte di Assad ma non si vedono, non le mostrano. Perché, visto che Emmanuel Macron e gli altri dicono di avere le prove certe, non le fanno vedere anche a noi? Perché non si lavora per condurre il popolo siriano a votare? Questa guerra in Siria è mirata. C’è Macron con la sua smania di protagonismo che è completamente dannoso per l’Europa. Theresa May all’inizio ha baciato la pantofola a Trump (e ha fatto bene, l’avremmo dovuto fare anche noi ai tempi della visita del presidente Usa in Sicilia).

L’Italia deve stare con Donald Trump, facendo da tramite per lui con Putin grazie alla arcinota amicizia di Silvio Berlusconi. L’appoggio dell’Italia dovrà servire alla soluzione del conflitto; schierarsi da una parte o dall’altra servirebbe solo ad aizzare il conflitto. Va riconosciuto il merito a Putin di avere i nervi d’acciaio e di mantenerli saldi. Non sta rimanendo fermo perché è debole o perché i suoi armamenti sono obsoleti, ma solo perché non intende scatenare la Terza guerra mondiale. Quello del presidente della Russia è un comportamento lucido rispetto all’inesperto e guerrafondaio Macron, che si sente Napoleone e che sta danneggiando, solo aprendo bocca, l’intera Europa. L’accordo c’è, Trump e Putin si piacevano. Basta riprendere il discorso lì dove era stato lasciato.

Chi bombarda ha detto sempre un sacco di frottole. Si guardi alla Prima guerra mondiale, una guerra folle, arbitraria, sostanzialmente inutile. Il secondo conflitto mondiale fu ancora più insensato. Poi è stata la volta dell’abbattimento delle torri gemelle da parte del terrorismo islamico, e gli Stati Uniti sono andati a distruggere l’Iraq e Saddam Hussein dicendo che aveva armi di distruzione; un fatto che non è mai stato, neanche lì, davvero provato. Ufficialmente gli Stati Uniti hanno sostenuto di portare la democrazia in Medio Oriente. Ed è nato l’Isis. Con l’arrivo delle Primavere arabe, l’Occidente le ha appoggiate aggredendo la Libia, e la Francia ha ucciso Gheddafi. In Libia è scoppiato e rimane il caos con le conseguenze di invasioni migratorie che in Italia conosciamo fin troppo bene. Gli stessi migranti che vengono poi bloccati con le armi e rimandati indietro da noi dai democraticissimi francesi alla Macron.

Gli Stati Uniti di Barack Obama e di Hillary Clinton, così come la Francia di Nicolas Sarkozy e in chiave attuale di Emmanuel Macron, hanno fregato l’Italia con la complicità di Giorgio Napolitano, un presidente comunista accecato dall’odio contro Silvio Berlusconi che ha ritenuto arbitrariamente di poter bucare la carretta comune facendoci annegare tutti. Chi ha avallato per l’Italia la disastrosa operazione libica? Giorgio Napolitano. La Siria è il nuovo terreno dello scempio bellamente distribuito dall’Occidente sulla base di frottole. Sarebbe oggi meglio che le potenze occidentali si occupino delle politiche interne. Ci vogliono pernacchie sonore a Macron e a chi è in cerca di facili guerre da appioppare in giro per il pianeta. I popoli hanno bisogno di pace e stabilità. E di democrazia.

Aggiornato il 19 aprile 2018 alle ore 18:21