Trump, Comey e le prostitute di Putin

Critiche all’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Donald J. Trump, Michael Flynn, e un “finto scoop” su Vladimir Putin che si sarebbe vantato con il presidente statunitense che le prostitute russe sono le “più belle del mondo”. Dal documento di 15 pagine di appunti dell’ex direttore dell’Fbi, James Comey, consegnati al Dipartimento di Giustizia, emerge abbastanza per soddisfare il palato pruriginoso dei mainstream media americani (e non solo) impegnati nella loro stanca crociata anti-Trump. Ma poco altro.

Nel documento, di cui una parte resta ancora “classificata”, si legge che Trump disse all’allora direttore dell’Fbi di avere “serie riserve” riguardo alle capacità di giudizio di Flynn. È questa, forse, l’unica novità rispetto agli episodi già descritti in dettaglio (senza alcun riscontro) da Comey sia davanti al Congresso sia nel libro di memorie appena uscito che lo ha visto impegnato in un estenuante tour pubblicitario in giro per le tivù americane. Stando agli appunti di Comey, il presidente gli chiedeva di mettere la parola fine all'inchiesta sul consigliere per la Sicurezza nazionale. E in uno dei memo che ricostruiscono una cena privata avvenuta nel gennaio, Comey afferma che Trump si lamentò di Flynn affermando, appunto, che avesse “seri problemi nella sua capacità di giudizio”. In altri appunti, invece, l’ex direttore dell’Fbi scrive che il presidente fece uscire altre persone dallo Studio Ovale incoraggiandolo a chiudere l’inchiesta su Flynn, definendolo “una brava persona”.

Riguardo a Putin, c’è davvero poco da dire. Anche se tutti i giornali apriranno a caratteri cubitali sulla vicenda. Nei suoi appunti, Comey afferma che Trump gli riferì dei commenti di Putin durante un breve incontro alla Casa Bianca nel febbraio 2017. In quell'occasione Trump avrebbe detto che “la storia delle prostitute è una sciocchezza”, riferendosi al famigerato dossier su un presunto incontro “hot” in un hotel di Mosca. Fu in questo contesto che Putin si sarebbe vantato con Trump che le prostitute russe sono “le più belle del mondo”. A parte l’assoluta insignificanza dell’argomento rispetto all’oggetto dell’inchiesta sulle presunte ingerenze russe nelle elezioni presidenziali americane, vale la pena di ricordare che la “battuta” di Putin, più che uno scoop, è storia già risaputa e quasi avariata. Ma questo, naturalmente, non fermerà gli alfieri mondiali della resistenza anti-trumpiana. Sì, proprio quelli che – un giorno sì e l’altro pure – strillano ossessivamente contro le “fake news”.

Aggiornato il 20 aprile 2018 alle ore 16:18