Oggi i cristiani della Nigeria, domani d’Europa

mercoledì 2 maggio 2018


In genere, l’Africa fa breccia nell’Occidente quando i terroristi attaccano obiettivi occidentali. Per cominciare, nel 1993 in Somalia, furono abbattuti due elicotteri militari americani Black Hawk. Poi, al-Qaeda attaccò nel 1998 le ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania. E ancora, di recente, lo Stato islamico ha pubblicato un video che mostrava l’uccisione di quattro soldati americani in un agguato in Niger lo scorso ottobre. Ma l’Occidente è rimasto in silenzio. Non sembra preoccuparsi del genocidio perpetrato dai terroristi islamici che sta sterminando in Nigeria la più grande comunità cristiana dell’Africa.

Di recente, il Colosseo a Roma è stato illuminato di rosso per protestare contro le persecuzioni dei cristiani. A illuminare il simbolo più famoso dell’Italia è stata la fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” per attirare l’attenzione sugli intensi e massicci massacri perpetrati contro i cristiani. In un articolo apparso su The Spectator, Douglas Murray si chiede a giusto titolo: “Chi proteggerà i cristiani nel nord della Nigeria?”. Nell’ultimo attacco, 15 villaggi cristiani hanno subito una “pulizia” etnica e religiosa. Prima, i musulmani hanno saccheggiato le città cristiane, eliminando tutti i simboli religiosi, e poi hanno ucciso 19 cristiani . In un solo mese, più di 80 cristiani sono stati trucidati, spesso a colpi di machete.

Non passa giorno in Nigeria senza che i cristiani vengano fatti a pezzi, nelle scuole, nelle chiese e nelle loro abitazioni. È un progetto di pulizia etnica equivalente alle terribili notizie che arrivano dalla Siria. I “talebani africani” sembrano dediti a sterminare i cristiani e imporre la legge islamica della sharia in tutto il Paese. Nella logica diabolica dell’Islam politico, i cristiani sono considerati “indegni di vivere”.

La Nigeria, tra tutti gli Stati post-coloniali africani, un tempo era considerato come il “Paese modello”, quello dove i magistrati neri amministravano la giustizia con in testa la candida parrucca bianca dei loro colleghi britannici. Oggi, quel Paese vive sotto una sanguinaria apartheid delle religioni, insanguinato da una guerra dichiarata da una “orda” che vuole “islamizzare la nazione”, come lo scrittore nigeriano premio Nobel per la Letteratura, Wole Soyinka, ha definito i terroristi.

Il vescovo della diocesi di Kafanchan, Joseph Bagobiri ha fornito la contabilità degli attacchi islamisti solo nella sua area: “53 villaggi bruciati, 808 persone uccise e 57 ferite, 1.422 case e 16 chiese distrutte”. Sono 1,3 milioni i cristiani fuggiti in zone più sicure del Paese. Si tratta davvero di “pulizia” etnica e religiosa.

Secondo Philip Jenkins, uno dei massimi esperti di Cristianesimo, è in Nigeria che verrà deciso l’equilibrio tra l’Islam e il Cristianesimo in Africa. Il “destino religioso della Nigeria potrebbe essere un fattore politico di immensa importanza nel nuovo secolo”, ha scritto Jenkins.

Questo è il motivo per cui gli islamisti massacrano i cristiani. La Nigeria è in cima alla lista nera dei Paesi a maggiore persecuzione dei cristiani: solo nel 2015, in questo Paese sono stati uccisi più della metà degli oltre 7mila cristiani trucidati in tutto il mondo. Lo scorso febbraio, mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump era a colloquio con il suo omologo nigeriano, Muhammadu Buhari, emergeva un rapporto che parla di 16mila cristiani assassinati in Nigeria dal giugno 2015. Il rapporto della Società internazionale per le libertà civili e lo stato di diritto ha rivelato: “Si stima che 16mila morti siano nello specifico costituiti da 2.050 vittime di violenza diretta da parte dello Stato, 7.950 vittime della custodia della polizia o uccisioni perpetrate durante la reclusione per profiling razziale e per la scorretta gestione di indagini poliziesche, 2.050 vittime dell’insurrezione di Boko Haram e 3.750 vittime di atti terroristici ad opera dei pastori Fulani”.

I musulmani estremisti non solo macellano i cristiani; distruggono anche i loro luoghi di culto. Almeno duemila chiese cristiane sono state rase al suolo da Boko Haram nella sua campagna per cacciare tutti i cristiani dalla Nigeria settentrionale.

Nel 1987, i musulmani estremisti avevano iniziato a inneggiare lo slogan “Solo l’Islam!”, mentre attaccavano chiese e negozi cristiani. L’obiettivo di questi massacri perpetrati dai musulmani sembra essere quello di cambiare la geografia religiosa e demografica del continente africano cancellando la storica linea di demarcazione che taglia orizzontalmente l’Africa centrale nella sua parte più ampia dal Senegal islamico alla Somalia. Tutto ciò che resta del Dar al Harb (la terra della guerra), deve diventare Dar al Islam, (la terra dell’Islam). La Nigeria, il più grande mosaico di fedi religiose del mondo è al centro di questo progetto. Pertanto, i musulmani estremisti attaccano ripetutamente i fedeli cristiani, spesso durante la celebrazione delle loro funzioni religiose.

Il vescovo cattolico nigeriano Hyacinth Egbebo ha avvertito: “Se gli islamisti dovessero occupare la Nigeria, sarebbe un trampolino di lancio [sic] per conquistare i Paesi più piccoli. Se la Nigeria cade in mani islamiste, tutta l’Africa sarà a rischio”.

L’Occidente ha davvero bisogno di preoccuparsi della carneficina quotidiana ai danni di questa popolazione povera, nera, cristiana e abbandonata. “L’orda” di cui parla Wole Soyinka non si fermerà ai confini nigeriani, ma cercherà di colpire anche l’Europa occidentale. È già accaduto con Umar Farouk Abdulmutallab, il terrorista nigeriano condannato all’ergastolo per aver cercato di far esplodere una bomba su un volo diretto negli Stati Uniti, il giorno di Natale del 2009. Siamo fortunati ad essere sopravvissuti a molti attacchi come quelli di Madrid, Londra, Parigi e Berlino, solo per citarne alcuni. Ma quanti altri ce ne saranno? E per quanto tempo?

(*) Gatestone Institute

(**) Nella foto un nigeriano legge una Bibbia in una chiesa cattolica a Khano, in Nigeria.

Traduzione a cura di Angelita La Spada

 


di Giulio Meotti (*)