Hawaii: l’esplosione del vulcano Kilauea

Il vulcano delle Hawaii è esploso. Kilauea ha lanciato detriti e cenere, provocando una colonna nera, che ha raggiunto un’altezza di oltre nove chilometri. Le autorità sono state costrette a lanciare il codice rosso. Kilauea, uno dei vulcani più attivi al mondo, è in eruzione continua dal 1983. L’esplosione è avvenuta dopo due intense settimane di attività. Ma, soprattutto, in seguito all’apertura di oltre dodici crepe lungo il versante orientale del cratere che continua ad eruttare lava nell’area vicina. Il bilancio attuale parla della distruzione di 26 abitazioni e di una decina di edifici. Il cratere si trova all’interno dell’Hawaii Volcanoes National Park, già chiuso lo scorso 11 maggio, a scopo precauzionale. Frattanto, sono state distribuite circa 18mila mascherine ai residenti di Big Island, per proteggersi dalle ceneri. Le maschere non sono antigas. Non proteggono dall’anidride solforosa che, se inalata, può provocare il soffocamento. I vulcanologi del Servizio per la sorveglianza geologica degli Stati Uniti, l’agenzia geologica che studia il territorio americano, sostengono che “l’esplosione non dovrebbe avere conseguenze mortali”. Ma i residenti devono evitare assolutamente di recarsi al parco nazionale. L’attività del vulcano, infatti, potrebbe diventare persino più esplosiva. Addirittura, dal cratere potrebbero essere lanciate rocce come proiettili di enorme grandezza. Secondo l’Usgs, “il fenomeno delle rocce è causato dalla lava che continua a sfociare in un lago, all’interno di un cratere del vulcano”. Il risultato è un afflusso d’acqua di falda che crea esplosioni di vapore. Nel frattempo, la colonna di cenere costituisce un grave pericolo anche per il traffico aereo. L’attività vulcanica, dal 3 maggio ad oggi, ha già causato danni milionari al turismo.

Le perdite ammonterebbero a oltre cinque milioni di dollari, per via delle numerose cancellazioni negli hotel e nelle strutture ricettive. Per l’Usgs, “l’eruzione del vulcano è probabilmente solo all’inizio. Perché le sue caratteristiche ricordano il risveglio dello stesso vulcano avvenuto nel 1924. Quando, ben cinquanta eruzioni esplosive si susseguirono, nell’arco di due settimane”. Sembra che eventi analoghi si ripetano regolarmente, a intervalli compresi fra cinquanta e ottant’anni anni. È quanto indicano le analisi preliminari dei dati raccolti finora riportate dalla rivista Nature sul suo sito. Il vulcanologo Piergiorgio Scarlato, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha detto all’Ansa che i “colleghi americani stanno approfondendo diversi aspetti dell’eruzione: dai volumi di magma, alle zone interessate, alla tipologie di fratture del suolo. E lo scenario che si presenta è quello del 1924. Perché alcuni processi che caratterizzarono le due crisi sono simili: dalla deformazione del suolo alla sismicità nella sommità del vulcano, all’emissione di cenere”.

Scarlato ha sottolineato che il Kilauea “è un vulcano particolarmente attivo. Questa eruzione va avanti da trent’anni, ma finora era stata caratterizzata dalla presenza di un lago di lava nel cratere esploso il 17 maggio, da colate di lava e da rari e deboli eventi esplosivi. L’attività in corso invece è molto complessa: riguarda due crateri, il Puʻu ‘Oo e l’Halemaʻumaʻu e almeno 17 fratture del suolo, molte delle quali emettono lava. Il primo, pochi giorni fa ha generato un’eruzione, collegata alla scossa di magnitudo 6.9, che ha sollevato una colonna di ceneri rosse. Il secondo è il cratere esploso ieri”.

 

Aggiornato il 18 maggio 2018 alle ore 18:14