La crisi dell’iniziativa politica sulla Libia lanciata da Macron

Emmanuel Macron ha idee precise sulla Libia. Eppure, la sua iniziativa politica è subito entrata in crisi per una serie di insidie impreviste. Ha scavalcato il Ministero degli Esteri, per affidarsi ai servizi segreti. L’obiettivo è stato evidente sin dall’inizio. Migliorare l’incontro del 25 luglio 2017 a Parigi fra il premier libico Fajez Serraj e il generale Khalifa Haftar, in vista di un nuovo vertice. Ora, i consiglieri del presidente francese hanno ipotizzato un incontro a quattro. Oltre a Serraj e Haftar dovrebbero parteciparvi anche il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk Agila Saleh e il neo-eletto Khalid Al Mishri, presidente dell’Alto Consiglio di Stato di Tripoli. Ma ecco sorgere le prime difficoltà. Innanzitutto, Al Mishri è un esponente del Fratelli musulmani di Libia. Per cui, l’invito a questa componente politica ha immediatamente provocato una dura reazione degli Emirati Arabi e dell’Egitto contro la Francia. Parigi, per “rimediare” all’incidente diplomatico sta pensando di invitare un vice di Al Mishri. Ma, a quel punto, si incrinerebbero le relazioni con la componente islamica dell’Alto Consiglio di Tripoli. La diplomazia italiana e libica seguono con apprensione l’iniziativa francese.

Secondo una fonte della Farnesina, “lo scopo non è chiaro. Se non quello di creare un evento ad effetto. Ma questi eventi singoli, spettacolari, fatti per le telecamere, non favoriscono il processo di dialogo politico e di pacificazione, che ha invece bisogno di una progressione discreta e non necessariamente sotto la luce dei riflettori”. Ma i problemi non si esauriscono a questo aspetto. Infatti, la recente elezione del Fratello musulmano Al Mishri alla guida del Consiglio di Stato ha messo da parte il presidente Abdulrahman Swahili, autorevole esponente di Misurata. Secondo alcuni analisti internazionali, “a questo punto Misurata non è rappresentata in nessun modo ai vertici dello Stato libico se non da Ahmed Maitig, che è il vice di Serraj”. Il rischio è che Misurata boicotti l’iniziativa voluta da Macron.

Aggiornato il 22 maggio 2018 alle ore 18:44