Scandalo rifugiati in Germania: asilo politico in cambio di denaro

martedì 5 giugno 2018


L’Ufficio federale tedesco per la migrazione e i rifugiati (Bundesamt für Migration und Flüchtlinge, Bamf) esaminerà oltre 25mila decisioni in materia di asilo dopo le accuse di corruzione mosse alla sua sede regionale nella città settentrionale di Brema.

Il ministro tedesco dell’Interno, Horst Seehofer, ha annunciato la revisione dopo che è emerso che un ex funzionario del Bamf della sede di Brema aveva accettato mazzette in cambio della concessione del diritto di asilo ad almeno 1.200 rifugiati che non rispondevano ai criteri necessari. Altri cinque – tre avvocati, un interprete e un intermediario – sono oggetto di indagine.

I tre avvocati avrebbero intascato soldi in contanti dai “rifugiati” in tutta la Germania e poi presentato le loro domande di asilo alla sede di Brema. L’interprete aveva il compito di “tradurre” i colloqui – che gli immigrati erano tenuti a fare prima di avviare l’iter – in modo che le risposte corrispondessero ai requisiti, in cambio di 500 euro per richiedente asilo.

In un caso, l’ufficio di Brema del Bamf ha approvato la domanda di asilo di un certo Mohamad A., il quale, tramite un’interprete corrotto, aveva detto di essere un rifugiato siriano e che sua sorella era stata uccisa dalle forze fedeli al presidente siriano Bashar al-Assad. Due anni dopo è emerso che Mohamad A. aveva mentito: il suo vero nome è Milad H. e viene dalla Romania.

Alcuni dei migranti ai quali è stato concesso l’asilo sono stati considerati dalle autorità tedesche dei potenziali rischi per la sicurezza, secondo la rivista Der Spiegel. Tra di loro, agenti dell’intelligence siriana, trafficanti di esseri umani e altri criminali incalliti, così come potenziali jihadisti dello Stato islamico.

Il presidente del Bamf Jutta Cordt ha dichiarato che una squadra di 70 revisori interni riesaminerà le decisioni riguardanti 18mila permessi di soggiorno rilasciati dal 2000 dall’ufficio di Brema. Inoltre, il Bamf riesaminerà ulteriori 8.500 decisioni prese nel 2017 da altri dieci sedi regionali, secondo Die Welt. Tali uffici sono sotto esame a causa di notevoli differenze nel numero di domande di asilo approvate o negate, rispetto ad altri uffici.

Le email interne del Bamf, intercettate e pubblicate dal Süddeutsche Zeitung, mostrano che la Cordt e altri funzionari dell’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati avevano ricevuto informazioni su “casi sospetti” presso la sede di Brema già nel febbraio 2017, ma che le informazioni sono state tenute segrete fin dopo le elezioni federali tedesche del settembre 2017. Infatti, un mese dopo la consultazione elettorale, il 26 ottobre, il Bamf avviava con discrezione un controllo interno. La politica in materia di immigrazione è stata una questione chiave delle elezioni in cui Alternativa per la Germania (AfD), contrario all’immigrazione, è diventato il terzo partito nel Bundestag, il parlamento federale tedesco.

Lo scandalo è divenuto di dominio pubblico il 20 aprile 2018, quando la procura di Brema ha annunciato che un ex funzionario della sede di Brema del Bamf era sotto inchiesta, insieme ad altri, e che la polizia aveva fatto irruzione nelle abitazioni e negli uffici dei sospettati. Sempre ad aprile, il Bamf ha licenziato più di 2mila interpreti freelance perché “non sembravano neutrali o non erano affidabili”. In alcuni casi, gli interpreti che erano sospettati di essere spie per il governo turco sono stati licenziati per “aver violato il loro dovere di neutralità”.

Attualmente, circa 5.800 interpreti freelance – molti dei quali sono essi stessi migranti e non hanno una buona conoscenza del tedesco – lavorano per il Bamf in 472 lingue, stando al Westdeutsche Allgemeine Zeitung. La maggior parte di loro sono stati assunti senza effettuare alcun controllo, all’apice della crisi migratoria del 2015, quando la cancelliera Angela Merkel ha consentito a più di un milione di migranti provenienti dall’Africa, dall’Asia e dal Medio Oriente di entrare nel Paese. Secondo il Westdeutsche Allgemeine Zeitung, solo 620 dei 5.800 interpreti sono certificati.

Lo scandalo dell’asilo politico in cambio di denaro ha danneggiato in modo significativo la fiducia nel Bamf. Un sondaggio Civey pubblicato da Die Welt il 21 maggio scorso ha rilevato che il 79,9 per cento dei tedeschi ha dichiarato di avere “ben poca” o “pochissima” fiducia nelle decisioni prese in materia di asilo politico dal Bamf. Solo l’8,9 per cento ha detto che il grado di fiducia nel Bamf è “molto alto” o “piuttosto alto”.

La mancanza di fiducia nell’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati è condivisa dagli elettori di tutti i partiti politici: il 97,9 per cento di coloro che appoggiano Alternativa per la Germania (AfD), partito contrario all’immigrazione, ha dichiarato di diffidare del Bamf, seguiti dagli elettori dei Democratici liberi (81 per cento), dai conservatori del blocco Cdu-Csu della cancelliera Angela Merkel (80,8 per cento); della sinistra (66,5 per cento), del Partito socialdemocratico (64,5 per cento) e dei Verdi (62,4 per cento).

Intanto, nove su dieci domande di asilo respinte su tutto il territorio tedesco finiscono in tribunale, secondo Süddeutsche Zeitung. In più del 40 per cento dei casi, i giudici si sono pronunciati a favore dei migranti e hanno ribaltato le decisioni a favore degli immigrati. I magistrati si sono schierati con i richiedenti asilo siriani nel 99,9 per cento dei casi, afgani nel 47 per cento e con quelli turchi nel 34 per cento. Nel 2017, i migranti hanno presentato 328mila ricorsi davanti ai tribunali – il doppio rispetto al 2016 – per ribaltare le decisioni di asilo negative del Bamf. Alla fine del 2017, c’erano 372mila casi pendenti nelle corti tedesche.

Attualmente il Bamf respinge quasi tutte le richieste di asilo presentate da chi si è convertito dall’Islam al Cristianesimo, secondo Thomas Schirrmacher, presidente dell’International Society for Human Rights. Egli ha detto che quando i migranti si sottopongono ai “test sulla fede religiosa”, il Bamf si affida spesso a interpreti che deliberatamente traducono in modo sbagliato, a spese dei cristiani o dei convertiti. Schirrmacher ha citato l’esempio di un convertito che parlava di Martin Lutero e del Vangelo di Matteo e invece l’interprete musulmano asseriva che l’uomo stava facendo riferimento a Lothar Matthäus, un noto calciatore tedesco.

“È uno scandalo che a quasi tutti i convertiti dall’Islam al Cristianesimo venga negato l’asilo politico”, ha detto Schirrmacher. “In che modo i decisori del Bamf credono di rispondere all’interrogativo complesso e delicato sul fatto che le conversioni al Cristianesimo sono false o che gli interpreti sono pessimi e faziosi?”.

(*) Gatestone Institute

Traduzione a cura di Angelita La Spada


di Soeren Kern (*)