Le politiche per i migranti secondo la Danimarca

Il governo danese, guidato dal centrodestra, ha proposto l’introduzione di una serie di leggi liberticide per “regolamentare” la vita dei musulmani. Lo scopo non è l’integrazione. Quanto, piuttosto, una vera e propria “assimilazione”. Ventidue proposte che fanno parte del cosiddetto “pacchetto ghetto”. Alcune di queste hanno sollevato numerose critiche. Un esempio? Dal prossimo anno i bambini che provengono dai cosiddetti “ghetti”, a partire da un anno di età verranno separati dalle rispettive famiglie per almeno venticinque ore alla settimana per ricevere un’istruzione obbligatoria in “valori danesi”. Il paradosso è che si tratta di una proposta sostenuta persino dai socialdemocratici. Ai musulmani verranno insegnati i principi costituzionali dello Stato, la lingua danese, la cultura nazionale, incluse le tradizioni del Natale e della Pasqua. Pare che la mancata partecipazione potrebbe precludere il diritto all’accesso al sistema sanitario nazionale. Quasi l’87 per cento dei 5,7 milioni degli abitanti della Danimarca è di origine danese. Gli immigrati e i loro discendenti rappresentano il resto. Mezzo milione di persone proviene da paesi musulmani. Negli ultimi anni sono arrivati anche rifugiati afghani, iracheni e siriani.

Il premier danese Lars Løkke Rasmussen, nel suo discorso annuale, ha deciso di spendere delle parole per le cosiddette “società parallele”. Quei luoghi in cui, “i bambini crescono in un ambiente in cui non è normale che i genitori vadano a lavorare. Dove il denaro non è un salario guadagnato. Sto parlando delle zone residenziali dove i giovani sono costretti a sposare una persona che non amano e dove le donne sono considerate meno importanti degli uomini. Zone dove le persone non si assumono le loro responsabilità, non partecipano, non sfruttano le opportunità che abbiamo in Danimarca, ma stanno fuori dalla comunità”. Per il primo ministro, si sono registrati “decenni di lassismo sull’immigrazione. In Danimarca sono state fatte entrare più persone di quante fossimo in grado di integrare”.

 

Aggiornato il 03 luglio 2018 alle ore 17:56