Polonia, la lapide delle polemiche di “Bronek”

A Varsavia è stata inaugurata una lapide dedicata al professor Bronislaw Geremek. Si tratta del leader dissidente, stratega di Solidarnosc nel negoziato con la giunta militare di Jaruzelski. Lo storico medievista, tra gli intellettuali polacchi più influenti, è promotore della transizione non violenta “in stile spagnolo” alla democrazia. Nel 1989 figura tra gli artefici della Primavera polacca, che ha rappresentato il vero inizio della caduta del Muro di Berlino. Chiamato col diminutivo “Bronek”, muore dieci anni fa in un tragico incidente stradale. Secondo i commentatori più avvertiti è l’ideologo di Lech Walesa. Da ministro degli Esteri riesce a portare la Polonia sotto “l’ombrello” della Nato, ispirando anche l’ingresso del Paese nell’Unione Europea.

La lapide lo ricorda degnamente come “europeo e coartefice della Polonia democratica”. Ma l’epitaffio negli ambienti governativi suona come un’esaltazione fuori luogo. In verità, sposa un tono adottato dai più diffusi giornali della scena internazionale. Nella Polonia sovranista di oggi, che fa orgogliosamente parte del gruppo di Viségrad (insieme alla Repubblica Ceca, alla Slovacchia e all’Ungheria), un profilo come quello di “Bronek” viene fortemente ridimensionato.

Aggiornato il 21 settembre 2018 alle ore 14:16