Svezia, sfiducia al governo socialdemocratico

Tramonta il governo socialdemocratico svedese. Il nuovo Riksdag, il Parlamento reale, ha sfiduciato l’esecutivo uscente. La coalizione di minoranza “rossoverde” guidata da quattro anni dal premier Stefan Löfvén è stata sconfitta. L’Alleanza dei quattro partiti “borghesi” formata dai nuovi moderati, centristi, liberali, democristiani, ha votato contro, insieme ai Democratici svedesi, il partito anti-migranti guidato da Jimmie Akesson. Dunque, si conclude l’egemonia socialdemocratica. Dal 1932 ad oggi, salvo nel 1936, dal 1976 al 1982, dal 1997 al 1994, poi nel Duemila, la sinistra ha sempre governato. Dal 2015 ad oggi la Svezia è il Paese dell’Unione Europea col massimo numero di migranti e profughi per abitante. La coalizione moderata si è assicurata la presidenza del Riksdag eleggendo il proprio candidato, Andreas Norlen, votato anche dai dal partito xenofobo.

Tra i favoriti per la formazione del nuovo governo figurano due leader: il moderato Ulf Kristersson e la centrista Annie Lööf. In ogni caso, l’esito delle elezioni del 9 settembre rende arduo costruire una maggioranza chiara. Sui 349 seggi del nuovo Riksdag, i socialdemocratici restano il primo partito con 100 legislatori. Gli alleati, i Verdi, sono calati a 16. NyaModeraterna di Kristersson è al secondo posto con 70 seggi. Segue il partito sovranista di Akesson con 62. La distribuzione dei seggi della “Alleanza borghese” recita: 31 seggi ai centristi, 22 ai cristiani, 20 ai liberali.

Aggiornato il 25 settembre 2018 alle ore 17:57