Nagorno-Karabakh, spiragli di luce

lunedì 7 gennaio 2019


Nell’indifferenza dell’informazione occidentale, sostanziali novità giungono dal perenne conflitto del Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian.

Intorno alla metà di dicembre, si è svolto a Baku il congresso della comunità azerbaigiana della regione del Nagorno-Karabakh dell’Azerbaigian, che ha nominato come guida di tale comunità Tural Ganjaliyev, giovane funzionario del ministero degli Esteri dell’Azerbaigian, in sostituzione del 68enne Bayram Safarov. La notizia è di estrema importanza per le comunità della regione poiché potrebbero innescarsi nuovi meccanismi diplomatici tesi alla risoluzione del conflitto. Tural Ganjaliyev, originario del Karabakh, è nato a Shusha, culla della musica di eccellenza azerbaigiana, e ha trascorso la sua infanzia nelle vicinanze della casa museo del famoso compositore azerbaigiano Uzeir Hajibeyli; questa atmosfera lo ha motivato a ottenere anche un’educazione musicale a Shusha. Dopo l’occupazione di Shusha nel 1992 si è trasferito a Baku, dove ha continuato la sua educazione musicale e scolastica, ma non è diventato un musicista professionista e ha conseguito laurea e master in legge presso l’Università statale di Baku. Nel 2004 è iniziata la sua carriera diplomatica nel dipartimento di affari di sicurezza del Ministero degli Affari Esteri e successivamente ha lavorato nelle ambasciate dell’Azerbaigian in Canada e nella Repubblica Ceca, e nel dipartimento dell’America del ministero. Conosciuto anche tra gli ambienti delle organizzazioni non governative e per la difesa dei diritti umani, nel 2017 è stato in Austria per rappresentare la comunità azerbaigiana del Nagorno- Karabakh alla conferenza “Diritti umani e Idp” svoltasi a Vienna con la collaborazione dell’Osce.

“Sono un profugo interno dal 1992. Può bastare. Vorrei esercitare il mio insindacabile diritto di tornare a Shusha, dove sono nato, e nella casa dove ho trascorso la mia infanzia”. Questa è stata la prima dichiarazione di Tural Ganjaliyev dopo essere stato nominato a capo della comunità azerbaigiana del Nagorno Karabakh. “Qui ho trascorso la mia infanzia ricevendo la mia educazione musicale. Torneremo e ripristineremo tutto il patrimonio distrutto dell’Azerbaigian”, ha scritto nella sua pagina Facebook condividendo le foto delle rovine della scuola di musica di Shusha dopo la distruzione delle truppe dell’Armenia. “La giunta criminale creata nei territori dell’Azerbaigian occupati dall’Armenia nella sua essenza è la continuazione del regime di Serzh Sargsyan. La popolazione armena che vive lì, cioè la comunità armena della regione del Nagorno-Karabakh dell’Azerbaigian è sotto l’occupazione e controllo totale da parte della giunta criminale fantoccio ed è privata di tutti i diritti. La popolazione dell’Armenia durante le proteste di massa nell’aprile scorso ha rovesciato il regime di Sargsyan. Gli ultimi eventi avvenuti nella regione del Nagorno-Karabakh mostrano che la popolazione è stanca di questo regime criminale fantoccio”, ha dichiarato Tural Ganjaliyev, all’inizio del nuovo incarico.

Primo obiettivo del giovane diplomatico è quello di rafforzare il ruolo e le richieste della comunità azerbaigiana, nel tentativo di garantire parità di accesso ai negoziati tra le comunità armena e azerbaigiana della regione. “Nel processo dei negoziati Armenia e Azerbaigian sono stati identificati come parti del conflitto, le comunità armena e azerbaigiana della regione del Nagorno-Karabakh dell’Azerbaigian come parti interessate. La soluzione del conflitto è impossibile senza il ripristino dei diritti legittimi e inalienabili della comunità azerbaigiana, così come senza il ritorno degli azerbaigiani nelle loro terre natali. Il regime di Serzh Sargsyan ha impedito l’instaurazione di un dialogo tra le due comunità. Credo che sia necessario incoraggiare la futura convivenza congiunta all’interno dei confini dell’Azerbaigian delle due comunità che sono parti uguali”, ha ribadito Tural Ganjaliyev.

Il conflitto tra i due Paesi del Caucaso meridionale è iniziato nel 1988, quando l’Armenia ha avviato rivendicazioni territoriali nei confronti dell’Azerbaigian per la regione azerbaigiana del Nagorno-Karabakh. A seguito della guerra le forze armate dell’Armenia occuparono il 20 per cento dell’Azerbaigian, inclusa la regione del Nagorno-Karabakh e sette distretti circostanti. Numerose decisioni e risoluzioni di organizzazioni internazionali, comprese le risoluzioni n. 822 (1993), 853 (1993), 874 (1993) e 884 (1993) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che chiedono il ritiro immediato, completo e incondizionato delle truppe dell’Armenia dai territori occupati dell’Azerbaigian e il ritorno dei rifugiati e profughi azerbaigiani alle loro terre native, rimangono inattuate. Il fatto che la comunità azerbaigiana del Nagorno-Karabakh sia guidata da un giovane diplomatico professionista significa che l’Azerbaigian vuole rafforzare il ruolo della comunità azerbaigiana per garantire parità di accesso ai negoziati delle comunità armena e azerbaigiana della regione. Nella determinazione dello status del Nagorno-Karabakh, non si può prendere come base la sola posizione della parte armena.

La comunità azerbaigiana, che a causa della pulizia etnica è stata costretta a lasciare la regione, ha il diritto legale di partecipare alla determinazione del futuro status giuridico del Nagorno-Karabakh. Senza il riconoscimento di questo diritto, non è possibile raggiungere una soluzione globale ed equa del conflitto. Nei negoziati l’Armenia sottolinea sempre i diritti degli armeni del Nagorno-Karabakh. I diritti della comunità armena non possono essere garantiti a spese dei diritti della comunità azerbaigiana del Nagorno-Karabakh. I diritti umani non possono essere garantiti a scapito dei diritti di un’altra persona, i diritti di un gruppo etnico a scapito dei diritti di un altro gruppo etnico. Questa è la base del diritto internazionale e dei diritti umani.


di Domenico Letizia