Brexit, Londra non esclude la legge marziale

Tra gli scenari post Brexit il Regno Unito contempla anche la legge marziale. È un’ipotesi possibile in caso di emergenza. Vale a dire, nel momento in cui si dovessero manifestare gravi disordini. Addirittura, pare che il governo guidato da Theresa May non escluda l’utilizzo di coprifuoco, divieti di viaggi e confische. Si tratta di una notizia pubblicata ieri dal “Sunday Times”. Ma le indiscrezioni sono state confermate dal ministro della Salute Matthew Hancock, intervistato da Andrew Marr della Bbc. Hancock ha precisato che l’esecutivo “non sta pensando assolutamente di utilizzare la legge marziale, anche se rimane un’opzione nelle possibilità della legge. Ma non per questo è qualcosa che stiamo valutando”.

Una timida smentita che, in realtà, rappresenta una conferma. Il ministro si riferisce al “Civil Contingencies Act” del 2004. Un provvedimento che consente, in caso di estrema necessità, il ricorso alla legge marziale, soprattutto in caso del No Deal (cioè “nessun accordo” con l’Ue sull’uscita del Regno Unito entro il 29 marzo). Frattanto, si preannunciano per domani emendamenti contrapposti per condizionare il “Piano B” di Theresa May. I temi all’ordine del giorno sono due: l’ipotesi di un rinvio della data d’uscita del Regno dall’Ue e la rimessa in discussione del cosiddetto backstop. Un confine post-Brexit senza barriere fra Irlanda e Irlanda del Nord. Un meccanismo vincolante di salvaguardia contestato dai falchi a Londra, ma che Dublino considera imprescindibile.

Aggiornato il 28 gennaio 2019 alle ore 17:00