Il nuovo Brasile di Bolsonaro

Ad ottobre 2018 il Brasile ha scelto democraticamente il suo presidente, che lo guiderà per i prossimi quattro anni. Il gigante sudamericano è un Paese di grande rilevanza internazionale; la sua estensione, le ricchezze naturali, le diversità territoriali e culturali, il suo potenziale energetico oltre a numerosi altri fattori, indipendentemente dalle orientazioni politico economiche dei governanti, lo rendono sempre e comunque interessante a livello globale per quanto riguarda la politica estera. Nelle relazioni internazionali, il Brasile ha una posizione fondamentale nelle strategie a livello globale in un mondo in continua evoluzione, posizione che è stata conquistata nei decenni con notevoli difficoltà e sforzi diplomatici; questa responsabilità deve essere mantenuta il più possibile “neutrale” per evitare che si creino situazioni negative che possano influire non solo a livello economico per il Paese, ma anche e soprattutto per la stabilità dell’intera area sudamericana.

Questo scenario diventa ancora più rilevante per il Brasile in quanto parte integrante dei Paesi Brics, che detengono circa il 25 per cento del territorio globale ed il 40 per cento della popolazione mondiale; oltre a questo si consideri che ciascuno di questi Paesi ha una sua indiscussa leadership nelle proprie regioni, in special modo la Cina che come seconda economia a livello mondiale è attualmente il principale partner economico del Brasile di cui tra l’altro controlla circa il 10 per cento della generazione di energia del Paese (motivo di preoccupazione dichiarata dal presidente Bolsonaro). Di conseguenza, il mantenere buoni rapporti ed ampliare le opportunità con gli altri Paesi Brics dovrà restare comunque nelle priorità del governo brasiliano, anche perché a novembre 2019 il Brasile ne assumerà la presidenza.

Altro punto rilevante da considerare per l’attuale governo è che quest’anno il Brasile dovrà indicare il prossimo presidente del “Novo Banco de Desenvolvimento” (Istituzione finanziaria vincolata ai Brics e conosciuta con la sigla Ndb – New Development Bank) che sarà nominato nel 2020; la presidenza di una istituzione finanziaria di questa portata, che ha come obiettivo principale gli investimenti in grandi progetti di infrastrutture e di sviluppo sostenibile nei Paesi emergenti (l’Ndb opera anche in Paesi al di fuori dei Brics), non è solo una responsabilità per il Brasile ma è un’opportunità per dimostrare a livello internazionale l’importanza del Paese sudamericano nei rapporti con il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e con il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il Governo Bolsonaro prospetta anche evoluzioni nelle relazioni bilaterali con gli altri partner Internazionali come Unione europea e Usa, tenendo conto che queste relazioni economiche e politiche non dovranno influire sugli impegni già assunti con la Cina, Argentina ed altri principali partner del Paese, per non trovarsi in situazioni di “guerre commerciali” che possano produrre effetti negativi.

IL PRESIDENTE DELLE RIFORME

Il Fondo monetario internazionale recentemente ha elogiato il piano di riforme previsto dal Governo Bolsonaro in Brasile; soprattutto la riforma della Previdenza Sociale; “ci complimentiamo per il programma di riforme previste dal governo brasiliano in tema economico, con significativi cambiamenti per sostenere la finanza pubblica in special modo con la riforma previdenziale, la più importante” ha dichiarato in conferenza stampa l’economista Alejandro Werner, direttore dell’Fmi; il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita per il Brasile del 2,5% nel 2019 e 2,2 per cento nel 2020. Ma le riforme non si fermano qui… Il Governo Bolsonaro ha già iniziato una drastica riduzione della spesa pubblica riducendo i ministeri a 22 dai 29 precedenti, accorpando vari dipartimenti e riducendo benefici e spese non assolutamente necessari. Una delle iniziative previste rapidamente per attrarre investimenti, saranno le concessioni per la gestione di ferrovie, 12 aeroporti e 4 terminali portuari con investimenti complessivi per circa 2 miliardi di dollari; l’obiettivo è riconquistare la fiducia degli investitori e migliorare le infrastrutture nazionali. Prevista inoltre la semplificazione burocratica delle imposte con un carico tributario al 20, privatizzazioni, apertura negli scambi economici con l’estero, implementazione delle esportazioni di prodotti lavorati.

In tema sicurezza, il ministro della Giustizia e Sicurezza pubblica, Sergio Moro, pretende fare approvare Leggi più dure contro il crimine organizzato (il Brasile è uno dei Paesi con un tasso di criminalità tra i più alti al mondo), inoltre è stata recentemente approvata la nuova legge sulla detenzione delle armi, legge che amplia in modo considerevole la possibilità di detenere armi da fuoco per difesa personale nelle proprie residenze. Parallelamente, in ambito scolastico ed educativo, il ministro Ricardo Vélez Rodriguez ha affermato che la priorità sarà l’insegnamento nelle scuole primarie, la lotta contro l’analfabetismo e la miglioria delle strutture scolastiche; “combatteremo il marxismo culturale, oggi presente nelle scuole del Paese, ideologia che allontana dai nostri valori profondi di patriottismo e di visione religiosa del mondo” ha dichiarato il ministro.

Il ministro della Casa Civile, Onyx Lorenzoni, chiede che governo e opposizione giungano ad un patto… “non è possibile che l’opposizione non comprenda che per prima cosa bisogna pensare al Brasile, alle nostre famiglie e alla situazione attuale in generale” ha affermato il ministro nel corso del suo intervento, aggiungendo che lavorerà con forza per sradicare l’ideologia “petista” (del Pt). È chiaro che il cambiamento politico radicale in atto in Brasile, è la conclusione di un ciclo durato decenni dove la sinistra ha di fatto “cannibalizzato” tutto ciò che era possibile, portando il Brasile da uno straordinario Paese ricco di risorse e potenzialità ad un Paese sull’orlo del baratro, con enormi problemi economici, strutturali, di sicurezza e affidabilità. Il clima attuale che si respira in Brasile è nuovamente di fiducia sul futuro, da quando il presidente Bolsonaro ha assunto di fatto il controllo, il Bovespa (Borsa di San Paulo) ha raggiunto in pochi mesi il massimo storico del listino, il Real si è rivalutato di oltre il 20 per cento sulle valute estere e le nuove riforme preannunciate hanno riportato ottimismo e volontà di nuovi investimenti anche da parte di investitori stranieri.

In particolare, i rapporti con l’Italia si sono “magicamente” rafforzati, la pesante situazione dell’ex latitante Cesare Battisti, che si trascinava da decenni con la connivenza e la protezione dei vari regimi comunisti negli Stati dove il terrorista si era rifugiato nel corso degli anni, è stata risolta in poche settimane dal nuovo presidente Bolsonaro, che come aveva promesso all’Italia, ha predisposto la strada “politica” indispensabile per l’arresto del criminale. Jair Messias Bolsonaro, d’origine Italiana, ha manifestato particolare apprezzamento verso il nostro Paese con il quale ha intenzione di incentivare ulteriormente i rapporti economici, politici e di relazioni Internazionali.

Aggiornato il 18 febbraio 2019 alle ore 10:31