Stretta Israele ai fondi dell’Anp, ira palestinese

Giro di vite di Israele sui fondi destinati dall’Autorità nazionale palestinese ai detenuti nelle carceri israeliane e alle loro famiglie. Una mossa - calcolata in 138 milioni di dollari, pari a 123 milioni di euro - che ha suscitato l’ira della dirigenza palestinese. “Un atto di pirateria inaccettabile di soldi palestinesi”, l’ha attaccata il portavoce di Abu Mazen Nabil Abu Rudeina prefigurando “gravi conseguenze”. “Una dichiarazione di guerra contro il nostro popolo” l’ha definita senza mezzi termini il premier Rami Hamdallah e che rischia di avere profonde ripercussioni anche sulla cooperazione di sicurezza tra israeliani e palestinesi. Dando applicazione ad una legge già votata dalla Knesset, il governo, su proposta del premier Benyamin Netanyahu, ha deciso oggi di mettere in pratica il provvedimento fino ad ora rimandato per vari motivi. E così dalle tasse raccolte per l’Anp, Israele ha congelato i 138 milioni dollari che in base al budget statale la stessa Autorità palestinese destina ai detenuti nelle carceri israeliane che hanno compiuto atti di terrorismo e alle loro famiglie.

“Ufficiali della sicurezza - ha spiegato un comunicato del governo - hanno presentato dati secondo cui nel 2018 l’Anp ha trasferito la somma indicata ai terroristi detenuti in Israele, alle loro famiglie e anche a quelli che sono stati rilasciati. Per questo è stato deciso di congelare lo stesso ammontare di fondi dalle tasse raccolte per conto dell’Anp”. “Il premier e ministro della difesa - ha aggiunto il governo - ha dato mandato alle forze di sicurezza di effettuare controlli su ulteriori pagamenti dell’Anp legati al terrorismo, inclusi quelli ai terroristi e loro famiglie. La somma congelata sarà aggiornata in base alle informazioni ricevute”.

Finora la legge non era stata applicata per vari motivi: tra questi la contrarietà degli stessi apparati di sicurezza israeliani a giudizio dei quali un ulteriore taglio al budget dell’Anp avrebbe danneggiato la cooperazione in materia di sicurezza con i palestinesi e anche destabilizzato la Cisgiordania, già colpita dal tagli dei fondi Usa. Anche il governo sino a questo momento aveva soprasseduto nell’applicazione della legge, sebbene fosse stata intensa la pressione pubblica a favore del congelamento dei finanziamenti, visti da parte israeliana come un incentivo ai responsabili degli attacchi terroristici. Infine il recente brutale omicidio della ragazza israeliana da parte di un palestinese di Hebron - secondo i media - ha spinto il Gabinetto e lo stesso Netanyahu a dare il via all’applicazione della legge. “Non accetteremo - ha sostenuto Rudeina - alcun danno al sostentamento dei nostri eroi prigionieri e delle famiglie di martiri e feriti. La decisione arbitraria di Israele è un colpo unilaterale agli accordi firmati, incluso l’Accordo di Parigi”.

Aggiornato il 18 febbraio 2019 alle ore 15:36