Spagna, vincono i socialisti ma non hanno la maggioranza

Pedro Sanchez ha vinto le elezioni spagnole. Ma non potrà gioire. Il Partito socialista è il primo partito ma non ha i numeri per formare un governo. Il Psoe segna una significativa distanza dal Partido Popular che segue ma con la metà dei seggi. Per i popolari si tratta di una sconfitta clamorosa. È storico l’arrivo in Parlamento della destra di Vox, che ottiene 24 seggi. L’affluenza supera il 75,7 per cento.

I socialisti sono al 28,7 per cento e conquistano 123 seggi, i popolari sono al 16,7 per cento (66 seggi), Ciudanos è al 15, 8 per cento (57 seggi), Unidos Podemos al 14,3 per cento (42 seggi), Vox al 10,3 per cento (24 seggi).

Ora Madrid vivrà giorni di passione. Per il varo del nuovo esecutivo i partiti indipendentisti potrebbero, ancora una volta, ricoprire un ruolo chiave. “Il Psoe ha vinto le elezioni, e con questo ha vinto il futuro e ha perso il passato”. Sono le prime parole del premier uscente Sanchez. In effetti, il leader socialista ha ottenuto il mandato popolare che gli mancava, essendo arrivato alla guida del governo dopo la caduta del governo guidato dal popolare Mariano Rajoy travolto dagli scandali.

“Abbiamo mandato un messaggio all’Europa e al resto del mondo. Si può vincere l’autoritarismo e l’involuzione”, ha detto Sanchez nel discorso della vittoria elettorale. Poi ha aggiunto: “Formeremo un governo pro-Europa”. La folla ha intanto scandito fra l’altro “Sì, se puede” lo slogan che richiama quello che fu di Barack Obama candidato presidente Usa: “Yes, we can”. Nel suo discorso, Sanchez ha sottolineato “la difesa che tutto il Paese ha fatto della democrazia” in queste elezioni. Il leader Psoe ha quindi rimarcato le tre sfide del partito: “lottare contro la disuguaglianza, promuovere convivenza e concordia e porre fine alla corruzione”.

I socialisti non vincevano le elezioni da ben undici anni. Per queste ragioni a Ferraz, la strada che ospita la sede del partito socialista a Madrid, è esplosa la festa. Ma Sanchez è chiamato a trovare una difficile soluzione per governare. Dovrà formare alleanze inedite. Forte dei suoi 123 seggi (sui 350 del Congresso dei deputati), il doppio del Pp, il leader socialista non ha comunque i numeri per formare una coalizione di sinistra con una maggioranza chiara. Poiché, con i 42 seggi che Podemos si è assicurato arriva soltanto a 165. Il premier dovrà confrontarsi, inevitabilmente, di nuovo con il fronte indipendentista.

Pablo Casado, il leader del Partido popular che ha subito un tracollo, nel riconoscere il risultato negativo ha rimarcato: “Ci mettiamo a lavorare da subito”. Parlando nella notte elettorale dalla sede del partito a Madrid, Casado ha sottolineato: “Sono una persona che non rifugge le responsabilità: il risultato è molto negativo. Al Pp piace vincere e sono diverse elezioni che peggioriamo il nostro risultato. Ci mettiamo a lavorare subito”. Casado ha anche però puntato il dito contro la frammentazione della destra.

Il vero contraltare del Psoe si chiama Vox. Fin dalla mattina il leader del partito di destra Santiago Abascal parlava di una giornata storica. Ha esultato in piazza Colon a Madrid: “Possiamo dire a tutta la Spagna che Vox è qui per rimanerci. Questo è solo l’inizio”. Da zero a 24 seggi è, comunque, un successo. Vox ha lanciato un messaggio forte per la difesa dell’unità del Paese. Secondo numerosi osservatori, “una volta in Parlamento, Vox smusserà i toni”. A questo punto, gli indipendentisti catalani potrebbero ancora rappresentare l’ago della bilancia. L’unico dato certo è la disponibilità di del leader di Podemos Pablo Iglesias a lavorare per formare una coalizione con i socialisti.

Aggiornato il 29 aprile 2019 alle ore 11:54