Trump: “Pronti a reagire ad attacchi contro Riyad”

Gli Stati Uniti sono “pronti e carichi” per reagire agli attacchi ai due impianti petroliferi sauditi. Sabato scorso, infatti, sono stati attaccati due importanti stabilimenti in Arabia Saudita appartenenti ad Aramco, l’azienda statale saudita di idrocarburi. Il rischio prevedibile è che possa aumentare a breve, e non di poco, il prezzo del carburante.

I 17 attacchi sono avvenuti a Khurais e Abqaiq, ad est del Paese, provocando ingenti danni alla capacità di Aramco di produrre petrolio. Non è dato sapere chi siano i responsabili, anche se l’azione è stata rivendicata immediatamente dai ribelli houthi, che combattono una guerra in Yemen contro uno schieramento guidato dai sauditi.

Secondo Washington dietro agli attacchi potrebbe esserci l’Iran. “Le forniture energetiche dell’Arabia Saudita – ha scritto Donald Trump – sono state attaccate. C’è ragione di credere che conosciamo i colpevoli, siamo pronti e carichi in attesa della verifica, ma stiamo attendendo di sentire dal regno saudita chi ritiene sia la causa di questo attacco, e in base a quali condizioni procederemo”.

Finora Riyad non ha puntato il dito contro nessuno in particolare, mentre il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha accusato direttamente Teheran. Fonti dell’amministrazione Usa hanno riferito alla Cnn che probabilmente i raid sono partiti dall’Iran o dall’Iraq. Intanto, Trump smentisce su Twitter di essere pronto a incontrare il presidente iraniano Hassan Rohani senza condizioni. “Le Fake News stanno dicendo che desidero incontrare l’Iran ‘senza alcuna condizione’. Questa è una dichiarazione non corretta (come sempre!)”, ha scritto il presidente americano. Eppure, si tratta di una dichiarazione di pochi giorni pronunciata dal segretario di Stato, Mike Pompeo.

Per il portavoce del governo iraniano Ali Rabiei, “togliere le sanzioni Usa è una condizione base per i colloqui con Washington. Non negozieremo più sotto sanzioni”. Secondo Rabiei, “non c’è stato nessun nuovo piano o nessun nuovo discorso nelle recenti offerte americane di trattative”. Il portavoce esclude al momento un incontro tra il presidente iraniano Hassan Rohani e quello Usa Donald Trump a margine dell’Assemblea generale dell’Onu la prossima settimana a New York.

Aggiornato il 16 settembre 2019 alle ore 14:13