Israele torna al voto dopo sei mesi

Per Benjamin Netanyahu oggi si consuma la prova decisiva. Oltre sei milioni di israeliani tornano alle urne dopo appena sei mesi. Sono chiamati a scegliere tra il Likud del premier israeliano e il partito centrista Blu-Bianco dell’ex capo dell’esercito Benny Gantz. In tutto il Paese i seggi sono stati aperti alle 7 locali (le 6 in Italia) e si chiuderanno alle 22 (le 21 in Italia). A quell’ora tre reti televisive nazionali pubblicheranno i rispettivi exit-poll. I risultati definitivi saranno resi noti solo domani.

Secondo gli ultimi sondaggi, il Likud e Blu-Bianco appaiono ancora affiancati e relativamente lontani dall’obiettivo di raggiungere la maggioranza parlamentare di 61 seggi. Per motivi di sicurezza, dalla scorsa notte sono rimasti chiusi i valichi di transito verso la Cisgiordania e verso Gaza. Nessuno come “Bibi” ha mai governato tanto in Israele: tredici anni da primo ministro, di cui dieci ininterrotti, dal 2009. Persino più del padre della patria, David Ben Gourion.

Ha fatto discutere la “promessa” fatta in campagna elettorale da Netanyahu, di annettere immediatamente, se rieletto, sotto la sovranità israeliana la Valle del Giordano, che si estende dalla città israeliana di Beit Shean, a nord, fino al mar Morto, a sud. L’obiettivo è evidente: “sfondare” nell’elettorato di destra.

Dunque, è inevitabile: questa tornata elettorale rappresenta proprio un referendum su “Bibi”. Il premier ha invitato gli elettori a recarsi alle urne visto che, ha detto, le elezioni saranno “serrate”. Anche il suo principale avversario Gantz ha lanciato un appello al voto. Gantz ha, infatti, chiesto ai suoi connazionali di votare per la “speranza” e contro la “corruzione” e “l’estremismo”.

Aggiornato il 17 settembre 2019 alle ore 14:16