Tutti gli uomini di Macron

Ha ormai un ruolo di primissimo piano nella politica europea e mondiale. L’ultimo vertice G7 si è tenuto non a caso a Biarritz, cittadina francese molto elegante, dove i grandi della terra hanno avuto l’agenda dettata dalle sue decisioni e i suoi tempi. Prima ha incontrato in separata sede il presidente Trump. Poi chi gli pare. Ma chi è Emmanuel Macron? Da quali interessi è retto? E chi lo ha messo lì, a fare cosa?

In Italia non si sa praticamente nulla di Macron, non ci sono libri pubblicati che delineino una storia, tanto meno investigativa. Qualcosa trapela da articoli di giornale di qualche giornalista francese, o corrispondente in Francia. I giornalisti italiani ben informati ovviamente sanno qualcosa, ma non ne parlano molto, perché Macron sembra una diga allo strapotere americano, russo e cinese. Una sorta di architrave dell’Europa sotto la quale possiamo ripararci noi tutti, europei ed italiani.

Ma anche sull’intoccabile Macron ormai sono stati pubblicati libri, in Francia, e scritti articoli da ricercatori che pure, stranamente, in Italia e in Europa non sono noti. E anche questo aspetto è un lato del potere di Macron, un leader seduttore, come avrebbe detto Pasolini, che dietro il suo aspetto da bravo ragazzo primo della classe può nascondere qualsiasi cosa.

Da un po’ di tempo è scoppiato in Francia il caso Benalla, un caso che sembrerebbe insignificante, per come è stato trattato, ma che nasconde una verità inquietante, che quasi nessuno conosce. Benalla era fino a qualche tempo fa la guardia del corpo di Macron, che lo seguiva, ritratto ovunque accanto al Presidente, ad un metro.

Poi sono comparsi dei video in cui si vedeva lo stesso personaggio picchiare brutalmente dei manifestanti, cosa che ben difficilmente è consentita ad un poliziotto francese, ben addestrato. E dalle indagini è emerso che questo Benalla non risulta appartenere a nessun corpo di Polizia o di sicurezza francese, e anzi non essere neppure un cittadino francese. È stato allontanato, da qualche settimana, e oggi lavora per una società di sicurezza. Capitolo chiuso, sembrerebbe.

Ma in realtà la storia è ben più lunga e complessa di una singola guardia del corpo, con comportamenti inappropriati. E qui si apre la parte che non si conosce di Macron, una parte molto inquietante.

Macron, quando era ministro dell’Economia, posizione comunque rilevantissima, nel Governo Hollande, proposto e messo in quella posizione dall’uomo d’affari Attalì, uno di quei personaggi e uomini di potere che hanno agevolato e finanziato l’ascesa di Macron, si era recato in Algeria diverse volte, era stato ricevuto dai dirigenti della più grande compagnia finanziaria ed energetica algerina, che procura energia alla Francia, settore quanto mai strategico. E questi dirigenti hanno deciso di finanziarlo, pesantemente, per la sua campagna elettorale, contro uno screditato Hollande, reduce da quattro anni problematici all’Eliseo, contornati da storie che lo hanno reso ridicolo, come quando si è recato in vespa col casco dall’amante, seguito e fotografato da dei reporter. È evidente che questa cosa in se non è che sia gravissima, per un uomo che decide di rompere una relazione per un’altra, ma il fatto di farsi riprendere e fotografare, col casco, lo ha reso ridicolo, cosa che per un politico è letale.

Per cui Macron si è trovato contro in sostanza solo l’estrema destra della le Pen, e i partiti d’estrema sinistra ed ex-gaullisti che non avevano possibilità. Anche perché non erano foraggiati come Macron, dalla più grande compagnia finanziaria algerina, e dalle più grandi istituzioni finanziarie francesi e mondiali, da cui Macron proveniva, e di cui poi ha fatto gli interessi, in un paese in cui nella realtà la povertà cresceva, tanto che poi quando ha continuato a perseguire gli interessi della finanza che lo aveva eletto, ha provocato proteste sociali enormi, di chi in povertà non aveva più nulla da perdere, ed è nato anche il movimento dei Gilet gialli, che ha paralizzato al Francia per mesi.

Ma comunque la compagnia algerina non lo ha finanziato senz’altro gratis, per cui, oltre ad assicurarsi importanti commesse energetiche, gli ha messo anche un uomo accanto, per proteggerlo in teoria, più verosimilmente per controllarlo e spiarlo, un infiltrato. Proprio il nostro Benallà di cui parlavo, che è stato accanto sempre al presidente, che fa ridere con le sue spiritosaggini e battute la moglie di Macron, vera anima grigia della presidenza, che ha coordinato da sempre l’ascesa e le conoscenze sempre studiate del marito. La coppia è arrivata da aver in prestito mezzo milione di euro per un appartamento a Parigi da un miliardario, Bernard Arnault, una delle conoscenze della coppia presidenziale, una coppia d’affari e di conoscenze importanti impressionante, che può ricordare i Clinton, per molti versi. È stato lo stesso miliardario a presenziare al suo matrimonio e a fargli avere il suo primo incarico presso una Banca d’affari a livello mondiale.

Ma intanto il potere di Macron è divenuto totale. Detassare le grandi compagnie, incontrare e trattare coi grandi della terra, presiedere il G7, imporre le sue politiche e il suo europeismo fatto di finta accoglienza, in realtà di respingimenti a Ventimiglia. Sono aspetti e tratti tipici del personaggio seduttore, che si muove scaltramente, e di cui molto pochi sanno qualcosa.

Aggiornato il 19 settembre 2019 alle ore 15:31