Israele: situazione politica frammentata

giovedì 19 settembre 2019


Dopo il voto, Israele resta nell’incertezza più assoluta. Blu-Bianco di Benny Gantz è il primo partito della Knesset. Ottiene 33 seggi, a fronte del 26,1 per cento dei voti. Il Likud di Benyamin Netanyahu è il secondo partito del Parlamento israeliano, con 31 seggi (25,5 per cento dei voti). Il terzo partito è la Lista araba unita di Aymah Odeh, con 13 seggi, seguita da Israel Beitenu di Avigdor Lieberman, con 9.

La situazione politica è quanto mai frammentata. Secondo i commentatori internazionali, gli scenari possibili sono tre. Il primo prevede un governo di grande coalizione, formato dal partito centrista di Gantz e da quello moderato del premier uscente. La seconda ipotesi riguarda un esecutivo composto dal centrosinistra con Lieberman. L’ultima idea in campo è quella di una composizione di centrodestra: Likud con Israel Beitenu.

Ma a sbarrare la strada al terzo scenario non sono tanto i problemi politici, quanto, piuttosto, quelli di natura personale. Infatti, Netanyahu è inviso a Lieberman. Per cui, il leader del partito nazionalista potrebbe dare il via libera al governo solo in caso di passo indietro del premier uscente. Ma Netanyahu ha già fatto sapere che vuole restare in campo.

Un fatto è certo: in una fase così intricata è necessario che uno degli attori rinunci a qualcosa. Tanto più che il presidente della Repubblica Reuven Rivlin non intende ripotare il Paese, per la terza volta in un anno, alle urne. Eppure, tengono ancora banco le scaramucce da campagna elettorale.

“Sarò io il premier del prossimo governo di unità nazionale”, ha precisato Gantz in risposta a Netanyahu. “Noi guideremo – ha detto – un governo di unità allargato e liberale, presieduto da me. Blu-Bianco ha vinto le elezioni e guiderà le trattative”. Intanto, Netanyahu è rimasto “sorpreso e deluso” dal fatto che Gantz si sia rifiutato di raccogliere il suo appello per un possibile incontro. “Questo è quanto si aspettano gli elettori”.


di Ugo Elfer