Brexit, Elisabetta II: “Il governo vuole uscire dall’Ue il 31 ottobre”

Elisabetta II, nel suo Queen’s Speech, ha ribadito che il governo britannico di Boris Johnson ha intenzione di attuare la Brexitil 31 ottobre”. La regina a Westminster ha indicato l’obiettivo di un nuovo accordo di “partnership” con Bruxelles, ma anche di mettere “fine alla libertà di movimento”. È stata confermata l’idea d’introdurre dal 2021 un sistema a punti all’australiana per consentire gli ingressi di nuovi immigrati nel Regno Unito sulla base della capacità.

Il testo, preparato dal governo Tory, elenca 22 leggi da approvare nei prossimi mesi, su una serie di temi come la sicurezza, l’immigrazione (con l’annunciata istituzione di un filtro a punti, sul modello australiano, che dal 2021 dovrebbe valere anche per i nuovi ingressi di cittadini Ue), le ferrovie, la sanità, il contrasto delle violenze domestiche, l’ambiente e la lotta contro la plastica inquinante.

“L’impegno – ha detto la regina con qualche accenno di raucedine – è quello di assicurare l’uscita del Paese dall’Ue come una priorità del governo”. Particolare attenzione, inoltre, alla questione ambientale, con la dichiarata intenzione di attuare misure “per contrastare il cambiamento climatico” e per ridurre il consumo di plastica. La regina ha poi lasciato in corteo Westminster, mentre alla Camera dei Comuni si è aperto un dibattito destinato a protrarsi per alcuni giorni sui contenuti del Queen’s Speech. Già negative sono le prime reazioni delle opposizioni, che parlano di “lista dei sogni” dal sapore elettoralistico per un governo minoritario. Contestano Johnson sulla Brexit e comunque definiscono “deludenti” i provvedimenti delineati su tempi come il clima o l’ambiente.

Fare la Brexit (“get Brexit done”) il 31 ottobre e poi avviare un programma di nuove opportunità per il Regno Unito”. È questo il pensiero di Boris Johnson nel difendere ai Comuni i contenuti del Queen’s Speech dagli attacchi dell’opposizione e indicando una partnership futura con l’Ue fondata sul libero scambio per dar vita a un’economia con stipendi più alti e tasse più basse”.  Johnson ha invece definito “sovietico” il programma del leader laburista Jeremy Corbyn, accusato d’aver cambiato idea sia sulle elezioni sia su un secondo referendum.

Aggiornato il 14 ottobre 2019 alle ore 18:40