Siria, Erdogan: “Via i terroristi e fermo l’offensiva”

“Se i terroristi se ne vanno dalla zona di sicurezza, l’operazione Fonte di pace finirà”. Lo sostiene Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco, parlando al gruppo parlamentare del suo Akp ad Ankara, afferma che “ci sono alcuni leader che cercano di mediare” tra la Turchia e le forze curde nel nord della Siria. Ma “non è mai accaduto nelle storia della Repubblica turca che lo Stato si segga allo stesso tavolo di un’organizzazione terroristica”. Erdogan è convinto che “nella sua storia la Turchia non ha mai compiuto massacri di civili e non lo fa neppure ora”.

Il presidente turco, rispondendo a una domanda della tivù britannica Sky News nei corridoi del Parlamento di Ankara, fa poi sapere che non incontrerà la delegazione americana in Turchia, di cui fa parte il vicepresidente Mike Pence. “Quando verrà Trump, vedrò lui”. Nel corso del pomeriggio arriva la clamorosa rettifica. Erdogan incontrerà Pence in visita ad Ankara. Lo precisa su Twitter il capo della comunicazione della presidenza turca.

Intanto, il deputato turco Hisyar Ozsoy, responsabile Esteri del partito filo-curdo Hdp, unica forza parlamentare in Turchia a opporsi all’offensiva, lancia un appello. “C’è una crescente pressione internazionale sulla Turchia – afferma – per fermare l’invasione in Siria e trovare una soluzione attraverso il dialogo. Ma i leader mondiali devono mantenere la pressione su Erdogan, perché se ne avrà l’opportunità cercherà di distruggere tutte le forze curde. Il mondo fermi il Sultano”.

Frattanto, l’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che “violenti scontri’ tra i combattenti curdi appoggiati da forze dell’esercito regolare siriano e i miliziani arabi filo-Ankara nei pressi dell’autostrada strategica M4, che attraversa il nord della Siria da Aleppo alla frontiera irachena, a una trentina di chilometri dalla frontiera turca.

E sono 637 i “terroristi neutralizzati” (cioè uccisi, feriti o catturati) dall’inizio dell’operazione militare della Turchia nel nord-est della Siria. Lo dice il ministero della Difesa di Ankara, aggiornando la cifra precedente di 611. Il presidente Erdogan precisa che almeno 556 di questi combattenti sono stati uccisi.

Aggiornato il 16 ottobre 2019 alle ore 16:31