Nuove tensioni tra la Georgia e la Federazione Russa

lunedì 2 dicembre 2019


L’annessione russa della Crimea nel 2014 e la persistente situazione di instabilità nella regione del Donbass, dove la Missione dell’organizzazione dell’Osce continua a riferire di violazioni del cessate il fuoco e continui attacchi ai diritti fondamentali dei cittadini, rappresentano l’esempio drammatico che sempre più temono i cittadini della Georgia. Il leader del Cremlino Vladimir Putin già nel luglio di quest’anno aveva vietato alle compagnie aeree russe di effettuare trasporti, anche commerciali, verso la Georgia, attuando un vero blocco economico ad un importante bilancio dello stato del Caucaso.

“La misura è dovuta dalla necessità di garantire un livello sufficiente di sicurezza dell’aviazione” dichiararono le autorità russe in occasione del blocco. I due Paesi non hanno più relazioni diplomatiche dal conflitto del 2008, scoppiato attorno alle regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, la cui indipendenza viene riconosciuta solamente da Mosca, che da tempo vi mantiene una considerevole presenza militare, e da pochi altri Paesi al mondo. Le problematiche tra i due paesi e le denunce di violazione dei diritti umani esercitate dalle autorità russe tornano al centro del dibattito in Georgia e in tutto il Caucaso. La motivazione è dovuta alla vicenda del rinomato medico georgiano, Vazha Gaprindashvili, che risulta detenuto illegalmente dalle forze di occupazione controllate dalla Russia.

L’emittente pubblica televisiva della Georgia ha riferito che il medico è detenuto nei pressi del villaggio di Orchosani, in uno dei territori sotto occupazione russa, accusato di aver “attraversato illegalmente la frontiera”, per essersi recato in aiuto di un paziente al confine con la Russia, che non permette alle autorità mediche di visitare la zona.

Il verdetto di accusa nei confronti del medico è stato emesso dalle autorità russe il 15 novembre e ancora oggi continua la detenzione illegale di Gaprindashvili, colpevole solo di aver rispetto il giuramento di Ippocrate. Il caso ha suscitato scalpore in tutta la comunità internazionale e la denuncia da parte di innumerevoli mezzi d’informazione occidentali. Euronews e il New York Times hanno sollevato il caso all’attenzione pubblica, definendo l’intera vicenda e l’arresto del medico come ripicca politica, una punizione nei confronti dei cittadini della Georgia che non vogliono riconoscere la supremazia politica della Russia. Il 16 novembre, l’ambasciata degli Stati Uniti in Georgia ha rilasciato una dichiarazione in sostegno del medico, sollecitando la comunità internazionale e le autorità russe all’immediata liberazione di Gaprindashvili. Justin McKenzie Smith, ambasciatore del Regno Unito in Georgia, ha chiaramente denunciato la vicenda descrivendo l’arresto come “esercizio di detenzione illegale” e in disprezzo delle convenzioni internazionali. L’episodio ha unito la società georgiana riportando i giovani del paese del Caucaso tra le strade delle città per chiedere giustizia, libertà e indipendenza dalla Russia, con lo sguardo all’Europa e alle democrazie occidentali.

Molti georgiani e numerosi leader della diaspora georgiana in tutto il mondo hanno diffuso “immagini profilo”, di vari social, con scritte e messaggi in sostegno del medico, tutte recanti la scritta: “Freedom for Doctor Vaja”. Anche in Italia, la diaspora georgiana si è resa protagonista di petizioni, appelli e manifestazioni. Nell’ultimo fine settimana, molti georgiani residenti in Italia si sono radunati nei pressi dell’Ambasciata russa a Roma, sventolando striscioni di protesta contro il regime russo, denunciando la violazione dei diritti in corso dalle autorità nel paese, chiedendo la fine delle ostilità e dell’occupazione e rivendicando la liberazione del medico georgiano.

La manifestazione della diaspora georgiana ha visto anche la partecipazione di Neno Gabelia, giovane ambasciatrice della Georgia in Italia, che, insieme alla comunità georgiana, ha chiesto democrazia, libertà e fine dell’occupazione russa in Georgia. L’invito è stato rivolto anche ai mezzi d’informazione della nostra Penisola, chiedendo di non far calare l’attenzione sull’incubo del conflitto che attanaglia la popolazione georgiana e la continua minaccia della potenza russa ai propri confini.


di Domenico Letizia