Kim Jong-un è vivo, ma il mistero continua

L’enigma attorno alla salute del dittatore nordcoreano Kim Jong-un non sembra ancora essere giunto ad una soluzione. L’unica certezza è che il tiranno di Pyongyang sia ancora in vita, considerata la recente riapparizione in pubblico dopo venti giorni di assenza e di tante voci contrastanti. Insomma, Kim è tuttora in questo mondo a meno che non si sia fatto ricorso ad un sosia, cosa già accaduta forse in più di un regime totalitario, dall'Urss di Stalin all’Iraq di Saddam Hussein, e perciò nemmeno da scartare a priori. In ogni caso, diciamo pure che quel signore recatosi ad inaugurare quella fabbrica di fertilizzanti fosse il vero Kim Jong-un. Permangono tuttavia numerosi interrogativi, se non sulla sua esistenza in vita, almeno sulle reali condizioni di salute del leader nordcoreano.

Si sa, l'informazione ama cimentarsi in svariate ipotesi e retroscena prendendo talvolta delle cantonate, ma dicendo anche del vero. Il mondo è concentrato adesso, per ovvie ragioni, soprattutto sul Coronavirus, ma in tempi normali il giallo di Kim sarebbe stato ancora più avvincente e con tante congetture diverse, descritte qua e là per il globo. È già stata notata comunque una macchia rossa sul polso del dittatore, che sarebbe il segno inequivocabile di iniezioni o prelievi. Il monarca rosso della Corea del Nord era ingrassato parecchio negli ultimi anni, arrivando a pesare 130 kg., ma nella sua riapparizione è sembrato in effetti più gonfio, in volto, che semplicemente grasso. Un gonfiore che potrebbe essere legato a qualche grave malattia, simile a quello che accompagnò Hugo Chavez nei suoi ultimi giorni.

I servizi segreti di Taiwan sono convinti del fatto che Kim Jong-un sia gravemente malato. Durante l'inaugurazione della fabbrica di fertilizzanti Kim ha camminato in totale autonomia e senza tentennamenti, come una persona del tutto sana insomma, e ha pure fumato. Chi scrive è un fumatore, un po’ meno accanito, a dire il vero, rispetto al tiranno di Pyongyang, e capisce quindi l’attrazione per il tabacco, ma pare quantomeno insolito farsi una bella sigaretta immediatamente dopo un intervento chirurgico in cui, come è stato ipotizzato da alcuni media americani e sudcoreani, si è rischiato di morire.

Se è difficile potersi fidare della Cina, che offre al mondo solo le notizie che le fanno più comodo, (a tal proposito Donald Trump fa benissimo ad incalzare Pechino in merito alle origini del Coronavirus e alle gravi responsabilità del Dragone), è ancora più complicato attendersi qualche verità, anche solo parziale, da un regime così chiuso ed oscuro come quello nordcoreano. Il presidente Trump potrà non piacere a tutti ed avere talvolta un lessico politicamente scorretto, ma ha dimostrato finora di sapersi muovere, all'interno e all'esterno degli Usa, molto meglio del suo predecessore Obama, per quanto fosse considerato all'inizio alla stregua di un cafone milionario capitato per caso in politica.

Quindi, se l'ex-tycoon è riuscito ad individuare il momento giusto per allentare le tensioni con la Corea del Nord, ora sarà sicuramente consapevole della necessità di osservare con attenzione il futuro prossimo venturo della così denominata Repubblica Popolare Democratica di Corea, visto il protrarsi del mistero sulla salute e sul destino di Kim. Che Kim Jong-un stia in realtà molto bene e prosegua oppure che passi fra breve tempo a miglior vita, quel Paese dovrà essere comunque monitorato con grande accortezza, perché rimane una realtà impenetrabile dotata ancora di ordigni nucleari e missili. E a maggior ragione se a sostituire Kim Jong-un dovesse giungere la sorella Kim Yo-jong, che sarebbe, secondo molti commentatori, ancora più spietata e dura dell'attuale leader nordcoreano.

Quello di Pyongyang è un regime comunista a tutti gli effetti che tuttavia si differenzia dal resto del comunismo internazionale (cinese, sovietico ed europeo-orientale) per la successione alla guida del Paese riservata ai soli membri della famiglia Kim. Insomma, una sorta di monarchia socialista. In conclusione, chi ha una formazione liberale e democratica non augura la morte a nessuno, auspicando semmai il decesso politico di dittature come quella al potere in Nord Corea, ma evitiamo però, come certa informazione sembra fare, di dimenticare, solo perché adesso è forse malato, chi è stato e chi è davvero Kim Jong-un. Non soltanto un ragazzo paffuto un po’ smodato in alcuni vizi, bensì un tizio che fino a pochi anni fa minacciava il mondo con armi nucleari, e che è arrivato a dare in pasto ad un branco di cani affamati il proprio zio. 

Aggiornato il 06 maggio 2020 alle ore 11:48