Taiwan e Hong Kong insieme per la democrazia

La Cina continua la sua azione repressiva, soprattutto lungo la sua zona di influenza e sempre di più diventano le voci di coloro che vogliono opporsi al disegno totalitario di Pechino.

Dopo la ripresa delle proteste a Hong Kong a seguito dell’annuncio del Partito comunista cinese di una nuova proposta di legge sulla sicurezza nazionale, ben peggiore di quella sull’estradizione presentata e ritirata l’anno scorso, la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha annunciato che il suo governo fornirà alla popolazione di Hong Kong “l’assistenza necessaria”.

Taiwan è diventata un rifugio per i manifestanti pro-democrazia in fuga da Hong Kong. Sulla sua pagina Facebook, nella giornata del 24 maggio, la presidente Tsai aveva affermato che la proposta di legge costituisce una grave minaccia per le libertà e l’indipendenza giudiziaria di Hong Kong: Di fronte a questa situazione mutevole, la comunità internazionale ha teso in modo pro-attivo una mano alla popolazione di Hong Kong, riferendosi anche ad un comunicato congiunto di Regno Unito, Canada e Australia, e ha aggiunto che Taiwan agirà in modo ancora più pro-attivo e appronterà il supporto e l’assistenza necessaria ai cittadini di Hong Kong. A tutti coloro che a Hong Kong stanno combattendo per i valori che avete più cari, voglio dire che Taiwan ha sempre dato il massimo sostegno e interesse”, scrive Tsai su Twitter. “Il nostro governo guarda con attenzione gli sviluppi e reagisce con cautela per assicurare pienamente la nostra sicurezza e gli interessi nazionali”. Il tweet di Tsai è accompagnato da una foto della presidente a fianco della quale compare il messaggio: “In questo momento critico, ci uniamo con tutti i nostri partner nella democrazia per essere solidali con Hong Kong”.

Taiwan, secondo funzionari dell’agenzia Reuters, potrebbe decidere di revocare lo status speciale conferito a Hong Kong, in seguito all’approvazione della legge, che prevede un programma di investimenti e immigrazione che ha attratto decine di migliaia di arrivi sull’isola da Hong Kong. La Cina stringe le mani attorno al collo della libertà di Hong Kong, ha recentemente scritto il giornalista Luca Marfé sulle pagine de Il Mattino. La continua oppressione in un contesto, in un territorio che dovrebbe essere autonomo, ma che, evidentemente, per il Partito comunista cinese e per Xi Jinping non lo è né deve esserlo.

Anche l’Italia può fare la sua parte. Il 22 maggio, in occasione della presentazione di un rapporto sulla Cina in Italia pubblicato dalla Fondazione Farefuturo, il segretario di Demosisto, Joshua Wong, ha inviato un messaggio al governo italiano in cui invita Roma a schierarsi al fianco di Hong Kong e contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale che Pechino vuole imporre a Hong Kong.

Joshua Wong chiede atti concreti all’Occidente, in particolare agli Usa. La legge sulla “sicurezza” voluta da Pechino per Hong Kong “uccide il futuro del movimento democratico”, riguarda anche gli investitori e la comunità internazionale, l’Unione europea, in particolare, così come gli Stati Uniti, non possono restare a guardare.

Per far rispettare la legge, Pechino istituirà in città un nuovo ente di sicurezza nazionale. Questo nuovo organo di polizia segreta sostituirà probabilmente il governo e le forze di polizia di Hong Kong e farà scattare arresti diffusi nei confronti di tutti i dissidenti in città, proprio come quello che hanno fatto ai difensori dei diritti umani e ai dissidenti in Cina, come l’attivista per i diritti umani Liu Xiaobo e il libraio incarcerato Gui Minhai. In sostanza, la nuova legge funge da nuova arma per strappare via tutte le aspirazioni democratiche di Hong Kong.

Dopo i primi allentamenti del lockdown, la Cina si dimostra così ancora più determinata ad assumere un maggiore controllo della città. La governatrice di Hong Kong, Carrie Lam, ha dichiarato che la priorità è “svolgere i compiti di mantenimento della sicurezza nazionale e garantire la prosperità e la stabilità a lungo temine di Hong Kong, nel quadro del modello un Paese, due sistemi”. Non è dello stesso avviso la Borsa di Hong Kong, che è crollata dall’annuncio della nuova legge: l’indice Hang Seng cede il 5,56 per cento.

Aggiornato il 26 maggio 2020 alle ore 09:17