La denuncia armena: “Baku prepara l’aggressione”

martedì 29 settembre 2020


L’Armenia denuncia l’aggressione dell’Azerbaigian. “Baku si sta preparando ad espandere territorialmente le ostilità riesplose nel fine settimana per l’enclave contesa del Nagorno-Karabakh e “ad attaccare direttamente l’Armenia”. Lo sostiene il ministero degli Esteri armeno, mentre nella notte, secondo quanti riferito dalle autorità di Baku, sono proseguiti “intensi combattimenti” tra il suo esercito e i separatisti armeni. “Rifiutiamo categoricamente le accuse del ministero della Difesa azero di bombardamenti partiti dal territorio della zona di Vardenis, in Armenia, contro il distretto di Dashkesan, in Azerbaigian”, si legge nella nota del dicastero.

L’Azerbaigian, Paese di lingua turca a maggioranza sciita, chiede il ritorno sotto il suo controllo della regione montuosa del Nagorno-Karabakh, popolata principalmente da armeni cristiani, la cui secessione nel 1991 non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale. “Lo scopo di questa disinformazione”, aggiunge Erevan, “è di aprire la strada all’espansione della geografia delle ostilità, compresa l’attuazione dell’aggressione contro la Repubblica di Armenia”. Il ministero della Difesa di Baku aveva riferito, questa mattina, dell’uso di artiglieria pesante da parte delle forze armate armene contro il territorio di Dashkensan. Media locali hanno poi riferito del bombardamento azero su Vardenis, come risposta.

Il ministero degli Esteri armeno ha anche espresso ferma condanna dei “tentativi dell’Azerbaigian di destabilizzare la pace e la stabilità regionali e delle cui conseguenze è pienamente responsabile la leadership politico-militare dell’Azerbaigian”. L’ambasciatore azero ha chiesto il sostegno italiano, indicando l’Alto Adige come modello di autonomia per l’enclave. Non è la prima volta di scontri frontalieri e non è facile verificare le notizie che arrivano da entrambe le parti, dove la propaganda interna gioca un ruolo fondamentale.

L’Armenia è in difficoltà perché ha perso posizioni e perché ha una capacità militare inferiore a quella dell’avversario, per di più sostenuto da una Turchia sempre più assertiva sullo scacchiere internazionale; l’Armenia fa parte dell’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettivo (Csto), l’alleanza militare che raggruppa nazioni ex sovietiche rimaste nell’orbita di Mosca: se il suo territorio fosse invaso avrebbe diritto a far scattare il meccanismo di difesa collettiva, simile all’articolo 5 della Nato; ma finché le ostilità rimangono relegate al territorio del Nagorno-Karabakh, è improbabile un qualsiasi intervento russo.


di Redazione