Al-Sarraj a Roma, spiragli di pace in Libia

Spiragli di pace in Libia. Dopo due giorni di intensi negoziati a Ginevra, e l’ottimismo espresso dall’inviato speciale dell’Onu, il premier libico Fayez al-Sarraj è in arrivo a Roma per un colloquio con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

L’Italia torna dunque al centro del dossier in un momento in cui sembra davvero che si stia spianando la strada verso una soluzione politica. “C’è un moderato ottimismo”, spiegando le fonti. Sono “abbastanza ottimista”, ha detto anche Stephanie Williams, Rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite e Capo della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia, in una conferenza stampa in cui ha annunciato diversi accordi concreti come l’apertura delle principali strade del Paese e di alcune vie aeree interne. Un annuncio giunto mentre a Roma i ministri degli Esteri Luigi di Maio e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, accoglievano nei rispettivi dicasteri, Fathi Bashagha, il potente ministro dell’interno del governo di Accordo nazionale libico. Per discutere della necessità, prima di tutto, di un coprifuoco “duraturo e sostenibile” e del raggiungimento poi di un “accordo politico complessivo, senza interferenze esterne e nell’interesse del popolo libico”, come ha auspicato Di Maio. Ma con Bashagha i ministri hanno affrontato anche lo spinoso dossier dei migranti e, in particolare, “l’esigenza - si legge in una nota del Viminale - di gestire il controllo delle frontiere e i flussi dell’immigrazione irregolare sempre nel rispetto dei diritti umani e della salvaguardia delle vite in mare e a terra”.

Parole arrivate all’indomani dell’ennesimo naufragio che, al largo delle coste di Sabratha, ha provocato 15 morti. Al centro dei colloqui anche il Memorandum d’intesa bilaterale, firmato da Italia e Libia nel 2017 e la cui revisione Roma “auspica possa essere finalizzata al più presto”. Incontri incrociati, quelli tra Roma e Ginevra, che puntano ad una pacificazione del martoriato Paese, in un momento in cui il generale Haftar, dopo mesi di combattimenti, sembra ora aver deciso di abbassare la guardia. Tanto che l’auspicio è che Sarraj, che ha annunciato le sue dimissioni e dovrebbe lasciare all’inizio di novembre, possa prolungare il suo mandato per non lasciare proprio nel momento in cui la svolta sembra vicina.

“Parliamo di moderato ottimismo”, spiegano le fonti, “perché i problemi sul tavolo restano ancora molti, sarà un percorso ancora lungo e complesso, ma c’è ragione di credere che finalmente da questa settimana la via negoziale abbia ripreso forza”. Sottolineando che l’Italia non ha mai smesso di lavorare al dossier: non è certo un caso che l’invito da Roma per Sarraj sia partito proprio in questo momento.

Aggiornato il 22 ottobre 2020 alle ore 13:24