Il nemico diabolico di Trump e Biden

Gira in rete un riassuntino corsaro che aggiorna sullo stato della battaglia legale americana. Dice che i server di Dominion a Francoforte sono stati requisiti dall’esercito americano; che già quattro impiegati hanno parlato coi federali; che il presidente della Fec (la Commissione elettorale federale, l’organo ufficiale che ratifica il voto) ha confermato brogli evidenti; che il Congresso ha chiarito che non c’è nessun “presidente eletto”; che il responsabile della campagna elettorale di Joe Biden in Texas è stato arrestato per aver alterato schede; che i servizi segreti negano al cosiddetto “presidente eletto” i report dell’intelligence. Tutto questo sarebbe alla stregua di fake news se non fosse che nel mezzo balza una notizia autentica, perché l’ha pubblicata la stessa Kamala Harris, la quale ha lanciato un tweet ai suoi sostenitori per sollecitare l’invio di fondi necessari a resistere all’offensiva, che recita così: “Donald Trump e i repubblicani stanno cercando di smantellare la nostra decisiva vittoria con insensate cause legali. Dobbiamo difendere ogni voto”. Per invocare una cospicua raccolta di fondi significa che i ricorsi sono una valanga e le cose sono serissime.

Ma l’evento straordinario non è solo questa incredibile corsa a super ostacoli del 46esimo presidente degli Stati Uniti, bensì il fatto che sulla più spettacolare e mastodontica operazione elettorale non vi sia informazione ufficiale. Cioè reti, media e social americani e mondiali avrebbero rinunciato alle audience stratosferiche e ai ritorni fantastici della sfida Trump-Biden all’ultimo voto per avallare una vittoriosa messa in scena democratica. Questo mi puzza, sinceramente. Che l’informazione statunitense di “tutti gli uomini del presidente”, culla del quarto potere, di Facebook e dei new media quotati in Borsa, sia diventata una velina cinese o sovietica mi pare impossibile. Per quanto i democratici possano aver messo a segno un mega piano per vincere le elezioni e insediare Joe Biden a tutti i costi, mi sembra inverosimile che la stessa compagine progressista che ha innalzato la bandiera del giornalismo indipendente arrivi a imitare le stesse dittature contro cui si erige, arrivando a censure e a un dileggio dell’avversario senza uguali nella storia. Con quale beneficio alla fine, visto che anche se Biden strappasse la vittoria a Trump, al tycoon resterebbero 71 milioni di elettori repubblicani già scesi in massa nelle strade di Washington, una maggioranza al Senato e una magagna prima o poi destinata ad esplodere?

Lo stesso accade in Italia dove il bombardamento sul Covid-19, di tutte le reti a tutte le ore per trasmissioni tutte uguali, ha esiliato mano a mano le notizie sugli sbarchi e la questione immigratoria, il dibattito sull’economia, la cronaca nera, rosa. Va in onda quasi esclusivamente una dittatura virale, in cui le informazioni sull’emergenza, sui contagi, sulle zone, sui restringimenti, sulle cure si alternano e spesso si smentiscono. E anche qui affiora un elemento inquietante, perché stanno facendo la comparsa nelle varie trasmissioni esperti psicologi e psichiatri i quali non è la prima volta che paragonano i, diciamo così, “negazionisti” a malati mentali, dimostrando le aree cerebrali che non funzionano e consigliando cure. Chi si ribella sarà internato? Questa è Italia? Ma no, e non basta dire che sono arrivati i comunisti al potere, poi quali comunisti, un’accolita sgangherata di estremisti allo sbaraglio mescolati a impacciati grillini in caduta libera. Non è questa compagine che avrebbe la forza di imporre una dittatura mediatica di questo tenore. Allora, chi li dirige? Il quadro è quello di una società complessivamente imbambolata al seguito di una classe politica nel suo complesso incapace, vistosamente fallace e sicuramente corrotta. Saranno i cinesi?  Sarà il dragone che, usato il Covid come arma di sterminio, ora spruzza l’inebetimento? Certo gli indizi ricadono su questo indecifrabile Impero Celeste, da dove è partito il virus, ma anche la pronta risoluzione e che ora viaggia con un Pil al più 10 per cento facendo shopping nel mondo. Tuttavia, la storia cinese è anche quella di un metodo draconiano intraducibile nelle nostre democrazie, per quanto flosce e spompate mai così totalizzanti.

Quello che io noto è una forma di odio massiccio seminato ad arte, che ha diviso gli schieramenti in modo livido, che ha contrapposto forze sostituendo il confronto con la violenza del pensiero e viene voglia di citare con don Livio Fanzaga, lo speaker di Radio Maria, il demonio. E se non è il demonio in persona deve essere qualcuno che lo conosce bene il diavolo, che conosce la rivalità, l’invidia, la corruzione e l’iniquità, il dividi et impera. Non riesco ad attribuire tanto male solo alla politica e non riesco a credere che la stessa politica tragga vantaggi da società anziché pluraliste tutte gay, lesbo, trans, alterando la pedofilia con i diritti del fanciullo. Il Joe Biden tutto cattolico che esalta l’aborto senza limiti e che al contempo piace tanto a papa Bergoglio mi pare l’indizio da seguire. Chi è il soggetto che, attraversando la sua massima corruzione, è interessato a fare le tenebre, il silenzio e il Reset? Perché è contro costui che dobbiamo lottare tutti.

Aggiornato il 18 novembre 2020 alle ore 11:21