I troppi dubbi sulla morte di Jeffrey Epstein

martedì 23 febbraio 2021


Ci sono un po’ troppi misteri sulla morte del finanziere Jeffrey Epstein, amico personale dei potenti della terra tra cui Bill Clinton ed il principe Andrea, il figlio della regina Elisabetta d’Inghilterra. L’uomo d’affari – accompagnato da una pessima reputazione nota in certi ambienti da almeno 15 anni – è stato arrestato all’aeroporto Teterboro del New Jersey il 6 luglio 2019 per abusi sessuali e traffico internazionale di minori ed è morto in carcere al Metropolitan Correctional Center di New York il successivo 10 agosto. Gli aspetti controversi della vicenda sono stati efficacemente ricostruiti dal sito di approfondimento “Inside Over” che ha messo in risalto, tra l’altro, che “sabato 10 agosto 2019, alle 6,30, il detenuto Jeffrey Edward Epstein è stato trovato non cosciente nella sua cella. Successivamente è stato dichiarato morto da personale ospedaliero”. Questo quanto si legge in una dichiarazione del Metropolitan Correctional Center.

Ma, particolare curioso, è che appena tre settimane prima del suo misterioso “suicidio”, esattamente il 23 luglio 2019, l’uomo era stato trovato privo di sensi in cella con delle lesioni al collo procurategli dal compagno di cella, secondo la versione dell’uomo, mentre per le autorità del carcere si era trattato di un primo tentativo di suicidio andato a vuoto. “Come tutte le prigioni federali”, scrive il New York Times, citato da “Inside Over”, “anche il Metropolitan Correctional Center di Lower Manhattan ha un programma di prevenzione per i detenuti a rischio di suicidio. Dopo il tentativo andato a vuoto, Epstein era stato inizialmente messo in regime di stretta sorveglianza, anche mediante un’assistenza psicologica mirata. Ma, il 29 luglio, appena sei giorni dopo il tentato suicidio, la sorveglianza a vista era stata incredibilmente revocata, perché non più necessaria secondo la direzione del carcere di Manhattan. Quindi, un grave errore, visto che, pochi giorni dopo, Epstein è stato trovato senza vita per un nuovo tentativo di suicidio, questa volta andato a buon fine, oppure deve essersi trattato di qualcos’altro. Sulla sua morte risultano aperte due inchieste, una dell’Fbi ed un’altra dal Dipartimento di giustizia.

“La morte di Epstein solleva una serie di domande a cui bisogna dare risposta, aveva detto William Barr, l’ex segretario alla Giustizia del governo Trump in una dichiarazione dell’epoca. Poche settimane prima di morire, come riportato dal Daily Mail e ripreso da “Inside Over”, Epstein “aveva confidato alle guardie carcerarie che qualcuno lo volesse morto, ma la stessa fonte ha raccontato anche che l’uomo sembrava avesse ritrovato il buonumore, stava iniziando ad adattarsi alla prigione e non sembrava che volesse togliersi la vita”. Quindi, secondo il personale interno al carcere di New York, Epstein era ristretto in una sezione speciale ad alta sicurezza, ma non era sorvegliato in modo così diretto da impedire gesti di autolesionismo.

Sempre ammesso che si sia trattato di un suicidio, perché sono davvero molte le persone, più o meno potenti, americani e non, ad aver tratto un bel sospiro di sollievo dalla sua morte, poiché era accusato di aver messo in piedi un giro di prostituzione minorile per se’ e per qualche suo famoso amico. La decisione di escludere la sorveglianza diretta proprio sul “detenuto del secolo” che, peraltro, aveva appena tentato il suicidio, lascia molto perplessi. Infatti, secondo gli approfondimenti di Inside Over, Cameron Lindsay, un ex guardia carceraria, ha rivelato a “Bbc News” che “togliere la sorveglianza è stata una decisione scioccante per un detenuto con accuse così gravi e che aveva già tentato di togliersi la vita appena pochi giorni prima. Andava sorvegliato 24 ore su 24”. Sorge spontaneo chiedersi come sia potuto accadere una cosa del genere in un carcere di massima sicurezza. Si è trattato solo di negligenza o c’è dell’altro, si domanda giustamente Inside Over? Secondo quanto emerso da fonti citate dal Washington Post e riportate da “Inside Over”, “sarebbero otto i membri dell’Ufficio federale delle carceri, il Federal Bureau of Prisons, che hanno ignorato l’ordine di non lasciarlo da solo in cella. Risulta che le due guardie che avevano il compito di vigilare sull’uomo si erano “addormentate” e per questo sono stati congedate e la direttrice del carcere, Shirley Skipper-Scott, è stata trasferita. Inoltre, il 22 agosto 2019, circa 20 guardie penitenziarie che lavoravano al Metropolitan Correctional Center hanno ricevuto un avviso di garanzia collegato alle indagini sulla misteriosa morte di Epstein”. Quindi, ad un anno e mezzo dal fatto gli unici che, per adesso, hanno pagato sono solo i due secondini “addormentati”.

Viste le anomalie sulla scarsa sorveglianza di un personaggio così importante, Inside Over ha intrecciato questo fatto con alcuni dati tecnici molto interessanti che hanno messo in discussione la versione ufficiale di “morte per impiccagione”. Infatti, un celebre medico legale, Michael Baden, intervistato da Fox & Friends, ha dichiarato che Epstein avrebbe subito lesioni “estremamente insolite nel suicidio per impiccagione, ma molto più comuni nello strangolamento. Le prove indicano un omicidio piuttosto che un suicidio”. Intervistato dal Miami Herald, Baden ha criticato anche il modo con cui sono state raccolte le prove dalla polizia scientifica: “Hanno portato via troppo in fretta il corpo fuori dalla cella e questo ha compromesso alcune prove”. Un’altra anomalia disvelata da Inside Over è che “non esistono foto del corpo di Epstein nella posizione in cui è stato rinvenuto e questo particolare è stato sottolineato sia da Baden che da altri patologi; infatti, la posizione in cui è stato trovato il corpo avrebbe chiarito i successivi approfondimenti autoptici. Inoltre, tra le lesioni riscontrate dall’autopsia vi sono contusioni su entrambi i polsi, un’abrasione sull’avambraccio sinistro e un’emorragia muscolare della spalla sinistra. Il dottor Baden ha affermato che i piccoli capillari scoppiati sul viso, sulla bocca e sugli occhi sono spesso elementi indicativi di strangolamento. Ma sono le ferite al collo ad avere convinto Baden che non si sia trattato di suicidio. Le foto dell’autopsia mostrano fratture della cartilagine tiroidea sinistra e destra della parte anteriore del collo e dell’osso ioide sinistro, un osso a forma di “U” che si trova sotto la mascella e funge da ancoraggio per la lingua. Non ho mai visto tre fratture come questa in un’impiccagione suicida, ha affermato Baden”.

Ma, sia la mancata sorveglianza del famoso detenuto e sia le risultanze tecniche sul cadavere che andrebbero di contrario avviso rispetto alla versione ufficiale di morte per impiccagione, non bastano perché c’è dell’altro. Infatti, a destare sospetti su questa strana morte c’è anche il mancato funzionamento delle telecamere esterne alla cella. Anche questo particolare è stato segnalato da “Inside Over”, secondo cui il primo a darne notizia era stato il “Washington Post” che aveva riferito che i filmati registrati da almeno una delle videocamere posizionate fuori dalla cella erano “inutilizzabili”. È possibile che in una struttura di livello come il Metropolitan le telecamere non funzionassero, si domanda correttamente Inside Over? In proposito la Bbc ha riportato che, secondo il procuratore distrettuale che sta indagando sul caso insieme all’Fbi, il primo video di sorveglianza sarebbe stato “distrutto per un incidente”. Inoltre, il procuratore ha affermato che la prigione ha salvato, “per errore”, i filmati dalla cella sbagliata. “Il video richiesto non esiste più sul sistema di backup e non lo è almeno dall’agosto del 2019 per un errore tecnico”. “La richiesta dei video era stata fatta dal legale da Nick Tartaglione, un agente di polizia di New York in carcere per altri fatti, compagno di cella di Epstein quando aveva tentato il suicidio la prima volta e che aveva accusato di averlo aggredito”.

Quindi, l’articolo-inchiesta di Inside Over è illuminante perché disvela le troppe anomalie intorno a questa morte, che legittimano il sospetto che Epstein non si sia affatto suicidato, ma che sia stato ucciso, oppure sia stato, in qualche modo, “aiutato” a suicidarsi, perché non si può escludere anche questa terza possibilità considerata la caratura del personaggio. Infatti, se fosse rimasto vivo, gli sviluppi investigativi avrebbero potuto travolgere personaggi di altissimo livello visto che il coinvolgimento del principe Andrea per i suoi rapporti con la minorenne Virginia Giuffre ha messo in enorme imbarazzo la Regina Elisabetta che ha imposto al figlio il ritiro dalla vita pubblica proprio per questa storia. Inoltre, pochi giorni dopo l’arresto di Jeff Epstein nel luglio del 2019, è stato travolto dalle polemiche e costretto a dimettersi anche Alexander Acosta, il ministro del Lavoro del governo di Donald Trump perché era il procuratore distrettuale della Florida accusato di essere stato troppo tenero con Epstein nel patteggiamento del 2008 con cui era stato condannato a 18 mesi di reclusione per gli stessi fatti di prostituzione minorile. In effetti, le accuse erano troppo gravi per giustificare una condanna così lieve, anche perché il patteggiamento avvenne in modo irregolare perché non fu comunicato alle numerose vittime degli abusi che avrebbero potuto opporsi alla chiusura delle indagini.

Quindi, già dal 2008, il governo americano sapeva perfettamente chi fosse Jeff Epstein poiché erano già state raccolte ben 36 testimonianze di ragazze minorenni che avevano raccontato il traffico internazionale da lui gestito anche grazie al contributo della sua compagna e procacciatrice Ghislaine Maxwell, che mandava a prendere queste minorenni in giro per il mondo con il suo aereo privato, un Boeing 737, il “Lolita Express”, soprattutto per saziare la propria concupiscenza, ma anche per metterle a disposizione di qualche suo amico. Per questo aveva fatto installare registratori e video camere nell’aereo e nelle sue numerose residenze, tra cui un’isola privata ai Caraibi, all’evidente fine di poter ricattare i protagonisti dei filmati registrati, a loro insaputa, negli ambienti in cui ospitava i suoi “amici” accompagnati da queste ragazzine.

Inoltre, è risultato in possesso di un passaporto austriaco contraffatto, che fa pensare che lavorasse per qualche servizio segreto straniero. Dalle numerose anomalie riscontrate nel caso, sembra quasi certo che lo abbiano tolto di mezzo oppure che lo abbiano “aiutato” a togliersi di mezzo da solo e questa lettura è compatibile un suo curioso comportamento tenuto solo 48 ore prima di morire. Infatti, dal carcere, ha firmato investimenti di un ingente quantitativo di denaro in alcuni paradisi fiscali che ha reso, almeno per i prossimi 10 anni, quasi impossibile il recupero dei suoi dollari alle vittime dei suoi abusi. Questa circostanza induce a pensare che avesse effettivamente deciso di farla finita e che abbia volutamente disperso una parte importante del suo patrimonio, come gesto di disprezzo verso le vittime. In proposito, può apparire solo vagamente consolatorio l’insegnamento del grandissimo filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, secondo cui “la vita non ha alcun senso e tutto ciò che ha un prezzo è di poco valore”.


di Ferdinando Esposito