Caschi blu notte, l’Onu alla deriva

giovedì 25 febbraio 2021


Dov’è… Tarzan? Di certo, non abita più in quell’Africa profonda e magmatica che ha visto cadere di recente due onesti e apprezzati uomini di Stato italiani. Il primo, Vittorio Iacovacci, un carabiniere, garantiva la sicurezza dei nostri funzionari in situ, mentre il secondo, l’ambasciatore Luca Attanasio, curava al più alto livello i rapporti diplomatici con il governo congolese. In Africa, uomini e grandi animali sono ormai da molto tempo le vittime innocenti di una feroce violenza tribale e di milizie che, per piacere sadico e sete di denaro, sterminano indifferentemente esseri umani e primati. Bellissimi e nobilissimi gorilla giganti della foresta vengono smembrati per poterne rivendere al mercato nero gli arti amputati, oppure mangiati contraendo dalle loro carni macerate virus mortali (come ebola!) che fanno giustizia di questi terribili scempi, grazie alla zoonosi (o Spillover), tipo Covid I e II protagonisti del salto di specie, passando all’uomo attraverso animali-serbatoio portatori sani del virus.

Da tempo, il problema con l’Africa contemporanea ha due “corni” che si diramano da una unica radice: l’environment del post-colonialismo. Il primo riguarda la distruzione dell’humus ancestrale e dei suoi caratteri socio-ambientali millenari. In particolare, la rimozione dei tabù tribali della tradizione (si veda l’immane promiscuità delle immense bidonville che circondano le megalopoli africane, con donne che hanno molti figli da più partner) è la causa primaria del degrado antropologico, culturale e sociale che devasta l’Africa contemporanea. Il secondo corno, ancora più inquietante e catastrofico, se possibile, riguarda le modalità della gestione irresponsabile e persino criminale del potere politico negli Stati africani attuali. Sotto questo aspetto, è di importanza vitale mettere sotto la lente di osservazione l’assoluta inettitudine dell’Onu a gestire le crisi epocali di quel continente, che hanno già causato centinaia di milioni di morti e inaudite sofferenze nella popolazione civile africana, a causa di terribili, feroci e sanguinarie guerre inter-tribali, come quelle che hanno martirizzato le popolazioni di Somalia, Eritrea, Etiopia, Uganda, Congo (dove si è svolta la… guerra mondiale d’Africa). Ovunque, a partire dall’impotenza atroce dimostrata dal contingente Onu nel caso del genocidio ruandese, le truppe di interposizione dei Caschi blu hanno evidenziato tutta la loro inettitudine e pusillanimità, grazie a regole di ingaggio assolutamente ridicole. In pratica, prima di aprire il fuoco contro un aggressore criminale o militare occorre avere il benestare di talmente tanti livelli di comando (anche delle autorità locali!) che, prima di rispondere al fuoco, sbandati e ribelli hanno preso il largo restando impuniti. La cosa peggiore in assoluto è che simili contingenti rappresentano vere e proprie Armate Brancaleone, come quei 15mila (quindicimila, per un costo di un miliardo di euro/anno), di stanza nel Congo orientale, ricchissimo di giacimenti minerari, dove nel Nord Kivu sono avvenuti il sequestro e l’uccisione dei nostri connazionali.

Soldati Onu, mal addestrati e scarsamente motivati, che non hanno saputo né garantire la sicurezza dei nostri connazionali, né mettere fine alle persecuzioni e vessazioni di bande di miliziani e delinquenti comuni nei confronti della popolazione civile. In quella, come in molte altre aree africane devastate dall’anarchia e dalla feroce satrapia di bande di irregolari e di sbandati reclutati dalle milizie locali, la vita delle persone vale meno di nulla. Le incursioni prevedono l’eccidio di uomini e donne, che vengono in precedenza regolarmente stuprate come bottino di guerra, mentre i loro figli più piccoli, maschi e femmine, sono tratti in schiavitù per fini sessuali o, nel caso dei bambini, per essere addestrati alla guerriglia. A costoro, infatti, sono affidati i compiti più truci e violenti, perché ritenuti più disinibiti nella loro ferocia primitiva, tanto è vero che appena adolescenti commettono a loro volta atti di violenza inenarrabili contro bambini piccoli e piccolissimi.

Oltre alla improrogabile riforma del funzionamento delle Nazioni Unite e delle sue principali istituzioni (si pensi al disastro dell’Organizzazione mondiale della sanità, monopolizzata dai cinesi!), vanno ripensati alla radice le missioni dei Caschi blu (notte) e la formazione dei relativi contingenti. Occorre farla finita definitivamente con il “tutti dentro”, articolando invece gli interventi secondo canoni di ingaggio molto più flessibili ed efficaci, il cui comando sia affidato a Nazioni altamente organizzate militarmente (Russia, America, Nato e Cina), sul modello della liberazione del Kuwait e dell’annientamento dell’Isis in Siria e Iraq.

Altro aspetto di grandissima importanza: imporre l’obbligo ai grandi costruttori di componenti hardware (cellulari, computer, auto elettriche) di tracciare con la massima accuratezza la provenienza delle materie prime dai giacimenti africani di metalli rari e preziosi. Ad esempio, vengono definiti come “conflict-mineral” il coltan e il tantalum in quanto associati a gravissimi abusi umanitari, come i così detti “blood diamonds”, venduti per l’acquisto di armi e il finanziamento di conflitti di ogni tipo! Milioni di persone poverissime (come avviene nel Nord Kivu!) si dedicano all’estrazione di minerali a mani nude, o con mezzi assolutamente rudimentali, restando vittime di sfruttamento da parte di bande armate, milizie e forze regolari che le assoggettano a ogni tipo di abuso, compreso lo stupro sistematico di manodopera femminile che lavora senza protezione, né tutela sindacale alcuna, nelle aree di scavo e risulta preda naturale della cultura iper-maschilista e intrinsecamente violenta dei siti minerari, in cui le lavoranti donne sono esposte a ogni forma di abuso e sfruttamento sessuale.

Un discorso a parte merita, poi, la grande vigliaccheria che distingue il nostro Occidente, incapace di impiegare l’uso ragionevole della forza per proteggere centinaia di milioni di africani esposti a ogni forma di violenza e abuso, sia criminale che politico. Una sola notazione, in proposito: a partire dagli anni Novanta del post-Guerra Fredda, le grandi università e il milieu dell’establishment americano hanno elaborato sia il sogno utopico della… esportazione della Democrazia, che ha fatto danni gravissimi nel caso del Medio Oriente e dell’invasione dell’Iraq, sia la cultura mondiale del politically correct che ha fatto ancora più danni, permeando tutte le possibili articolazioni dei principali apparati organizzativi delle Nazioni Unite. Ne usciremo mai vivi?


di Maurizio Guaitoli