Donald Trump is back

Donald Trump è di nuovo libero, politicamente parlando, di scegliere di rimanere nell’arena e di darsi anche degli obiettivi futuri, considerato il fallimento dell’ultimo tentativo di impeachment spinto dai democratici. E l’ex-presidente Usa ha già scelto di restare nel ring della politica. La pensione è rimandata e Trump lo ha fatto capire benissimo, intervenendo alla Conservative political action conference (Cpac) di quest’anno, tenutasi a Orlando in Florida, ovvero la più grande conferenza annuale dei conservatori americani. Oltre al rilancio dell’impegno politico e alla non esclusione, di fatto, di una ricandidatura del tycoon alla Casa Bianca per il 2024, è comparsa – nel discorso di Trump alla Cpac 2021 – una novità interessante, forse la più interessante di tutte perché non scontata. Donald Trump ha smentito le voci che lo prefiguravano come fondatore di un terzo partito, un partito dei patrioti, ossia di trumpiani ortodossi, sganciato dal Partito Repubblicano.

“Abbiamo già il Partito Repubblicano”, ha detto senza mezzi termini. Certo, Trump può essere stato convinto a non avventurarsi in opzioni terze dalla grande popolarità di cui continua a godere all’interno del Gop (Grand old party), rimarcata in modo chiaro da un sondaggio commissionato proprio dalla conferenza conservatrice di Orlando. Ma soprattutto l’ex-presidente americano, che non è certo uno sprovveduto, ha compreso come una divisione del fronte conservatore non farebbe altro che rafforzare Joe Biden alla Casa Bianca e pregiudicherebbe sia le prossime elezioni di medio-termine che una eventuale riscossa nel 2024.

Inoltre, il tycoon sicuramente rammenta la Storia americana in cui i partiti terzi non hanno mai avuto grande fortuna. In una democrazia come quella degli Stati Uniti, nella quale il bipartitismo è radicato in maniera forte, non c’è spazio per alternative terze. Tuttavia, la forza ed anche il bello del sistema a stelle e strisce stanno in quel meccanismo di elezioni primarie, che consente a più anime politiche, anche molto diverse fra loro, di farsi largo nei due grandi partiti. Proprio l’ascesa di Donald Trump, nel 2016, ha certificato la valenza e la serietà delle primarie americane, che vengono tenute tanto fra i Repubblicani quanto nel Partito Democratico.

Allora, il Gop era saldamente in mano ad un certo establishment e Trump pareva soltanto un ricco annoiato e visionario, ma sappiamo come è poi finita. Grazie alla selezione garantita dalle primarie, non vi è nulla di inamovibile e sclerotizzato, ed anche personaggi all’apparenza minoritari, se hanno il sostegno della base, possono scalare entrambi i partiti e ribaltare i pronostici. Trump può riprendersi il Partito Repubblicano e divenirne il leader, visto il largo consenso del quale ancora gode presso la base. L’obiettivo dell’ex-presidente è probabilmente quello di guidare l’opposizione repubblicana e conservatrice a Joe Biden, per poi puntare alla Casa Bianca nel 2024. Nei prossimi anni può succedere di tutto e nel 2024 Donald Trump avrà la stessa età che ha oggi il presidente Biden. Se quest’ultimo, nonostante le sue primavere, può ancora condurre gli Stati Uniti, potrà fare la medesima cosa il quasi ottantenne Trump.

Aggiornato il 05 marzo 2021 alle ore 12:29