La Guinea “sospesa” dall’Unione africana

Venerdì 10 settembre i golpisti che hanno rovesciato il presidente della Guinea, Alpha Condé, hanno nuovamente subito una forte pressione dalla diplomazia africana. L’Unione africana (Ua) ha infatti annunciato la sospensione della Guinea dai ruoli che rivestiva all’interno dell’Unione, come anche l’esclusione dalle attività decisionali. Nel contempo i rappresentanti della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao o Ecowas), giunti nel Paese, hanno annunciato l’avvio di una missione di indagine.

I rappresentanti dell’Ecowas, condannando il colpo di Sato, hanno chiesto al capo delle forze speciali, il tenente colonnello golpista Mamady Doumbouya, la liberazione dell’ottantatreenne Condé, un veterano della politica dell’Africa occidentale, o come viene definito un “animale politico”, e un immediato ritorno all’ordine costituzionale. Aderiscono al Cedeao gli Stati del Bénin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Liberia, Mali, Niger, Nigeria, Sierra Leone, Senegal e Togo. La delegazione in Guinea è composta dai ministri degli Esteri di quattro Paesi e dal presidente della commissione, Kassi Brou.

Ma chi è Mamady Doumbouya che da domenica 5 settembre è alla guida della Guinea? Intanto va detto che Doumbouya ha fatto un percorso sfolgorante attraverso i misteri del potere. Dopo un periodo nella Legione straniera francese, tre anni fa ha assunto la guida di un’unità delle forze speciali della Guinea, su incarico di Condé. La prima volta che il colonnello Mamady Doumbouya, un colosso di due metri, è apparso al grande pubblico, era il 2 ottobre 2018, in uno stadio della capitale Conakry, in occasione del sessantesimo anniversario dell’indipendenza della Guinea, ex colonia francese. In quella occasione il colonello ha sfilato, marciando con un passo lento ma coreograficamente folcloristico, alla testa dei suoi uomini, incappucciati perché miliziani dei Servizi speciali, davanti al comandante supremo degli eserciti guineani, il presidente Alpha Condé. La sua comparsa, a capo di una nuova unità militare, aveva fatto scalpore su una popolazione più abituata a subire le prepotenze e il racket di cenciosi soldati, che vedere in mostra una possente autorità militare “coperta” dal mistero.

Il portavoce della commissione Ecowas, il ministro degli Esteri del Burkina Faso, Alpha Barry, ha affermato che Condé era in buone condizioni; i leader dell’Africa occidentale, non minacciando sanzioni economiche, come fatto per il colpo di Stato in Mali, hanno “chiesto il rispetto per l’integrità fisica del presidente Alpha Condé” e il suo “rilascio immediato”. Così, si apprende da una fonte diplomatica, che il ministro degli Esteri ghanese, Shirley Ayorkor Botchwey, insieme al presidente della commissione e con gli omologhi nigeriani, Geoffrey Onyeama, Alpha Barry, e il togolese Robert Dussey, dopo aver incontrato il colonnello Balla Samoura, rappresentante della Giunta golpista, hanno avuto un colloquio con il colonnello Doumbouya, non nella sede del Governo, ma in un grande albergo di Conakry. Gli esiti di questo incontro possono sintetizzarsi nella “spiegazione che il Golpe” è stato motivato dalla necessità di porre fine alla cattiva gestione finanziaria, alla povertà e alla corruzione endemica, nonché al calpestamento dei diritti dei cittadini.

I militari golpisti, compattati all’interno del Comitato nazionale di raduno e sviluppo (Cnrd), hanno comunque congelato i conti bancari degli Enti pubblici amministrativi e commerciali, nonché quelli di ex membri governativi, sciolto sia il Governo che le istituzioni e abolito la Costituzione che Condé aveva adottato nel 2020 e che legittimava la modifica alla Legge Fondamentale che permetteva al presidente in carica, lo stesso Condé, di aspirare al terzo mandato.

In questa fase, per mesi, il popolo guineano ha protestato, ma le sommosse furono represse atrocemente nel sangue. I militari hanno promesso una concertazione nazionale in vista di una transizione politica affidata a un futuro “Governo di unità nazionale”, senza ulteriori chiarimenti, soprattutto in termini di tempi. Ma sappiamo che per chi sta al Governo, magari grazie a un colpo di Stato o suo “surrogato”, servono tempi più lunghi.

Aggiornato il 17 settembre 2021 alle ore 09:27