Libero scambio del Pacifico: no della Cina per ingresso di Taiwan

È arrivato il no della Cina a “qualsiasi accordo di natura sovrana e ufficiale” tra Stati con cui ha intavolato relazioni diplomatiche e Taiwan. Il tutto è accaduto all’indomani della domanda di adesione alla Cptpp (Comprehensive and progressive Trans-pacific partnership) da parte dell’Isola, dove Pechino rivendica la propria sovranità. A dirlo è stato l’ufficio per gli affari di Taiwan della Cina, che ha sferzato l’Unione europea per il rapporto sull’Indo-Pacifico.

Per la cronaca, Taiwan ha messo sul piatto la candidatura (dopo quella della Cina) per entrare nell’accordo di libero scambio. E la presidente, Tsai Ing-wen, ha commentato su Twitter: “Siamo pronti ad accettare tutte le regole e ad aderire” al Cptpp. In più, ha chiesto anche l’appoggio di Tokyo per la candidatura dell’Isola. Una richiesta che “riflette il nostro impegno per promuovere il libero scambio nell’Asia-Pacifico”. E poi Tsai Ing-wen ha notato: “Sono sicura che la nostra adesione a questo accordo rafforzerebbe lo sviluppo economico comune e andrà a vantaggio dei popoli della regione e del mondo”.

John Deng, capo negoziatore di Taipei, ha sottolineato: “La Cina ha ostacolato la presenza internazionale di Taiwan. Se sarà ammessa nella Cptpp prima di noi, ci sarà certamente un rischio per l’adesione di Taiwan al blocco commerciale. Questo è un fatto abbastanza ovvio”. E sulla partecipazione di Taiwan ha evidenziato che è “principalmente per i nostri interessi, per gli interessi delle nostre aziende e per i propositi di pianificazione economica di lungo termine, e non ha nulla a che vedere con gli obiettivi di altri Paesi o con i commenti della Cina”.

Ma cosa è il Cptpp? Si tratta dell’accordo di libero scambio tra undici Paesi e così è stato denominato dopo l’uscita degli Usa dalla Trans-pacific partnership (Tpp) sotto l’Amministrazione guidata da Donald Trump. Ne fanno parte Nuova Zelanda, Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malaysia, Messico, Perù, Singapore e Vietnam. Da giugno scorso sono partiti i negoziati per l’accesso della Gran Bretagna.

La Tpp – che fino all’anno scorso ha rappresentato la più grande alleanza commerciale a livello mondiale – è stata sorpassata dalla Rcep (Regional comprehensive economic partnership) che convoglia Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam più Giappone, Cina, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda, escludendo gli Usa. La Rcep entrerà in vigore quando sei Stati del Sud-Est asiatico e tre degli altri cinque intenderanno ratificare l’accordo.

Aggiornato il 23 settembre 2021 alle ore 11:05