Il vento del Nord sfida il Covid: stop restrizioni in Danimarca

C’è chi dice no lassù dove non batte il sole. È la Danimarca, che da oggi apporrà il bollino “stop” sulle misure imposte per arginare la quarta ondata del Coronavirus. L’Esecutivo, in pratica, ha imboccato una strada: quella di fronteggiare la variante Omicron facendo leva sull’alto tasso di immunizzazione da parte dei suoi cittadini. Infatti, dati alla mano, più del 60 per cento dei danesi ha messo il proprio nome sulla dose booster mentre la media nell’Ue si attesta poco sotto il 45 per cento.

Il freno danese

Che succede adesso? Secondo quanto appreso, non ci sarà più l’obbligo di indossare le mascherine nei mezzi pubblici e nei luoghi che si trovano al chiuso. Inoltre, riapriranno i locali notturni. Allo stesso tempo, è stato raccomandato di utilizzare i dispositivi di protezione individuale nelle strutture sanitarie, negli ospedali e nelle case di cura. Non solo: per chi dovesse risultare positivo al Covid, è stato suggerito di rimanere in isolamento per quattro giorni.

L’Oms invoca prudenza

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ha commentato che è prematuro “per qualsiasi Paese dichiarare vittoria” al Covid. Di seguito, ha segnalato che da quando è avvenuta l’identificazione della variante Omicron “sono stati registrati circa 90 milioni di casi, di più che nell’interno 2020. E ora stiamo iniziando a vedere un preoccupante aumento dei decessi in una larga parte delle regioni del mondo”. Insomma, l’Oms ha detto di mantenere la cautela sul versante delle restrizioni.

I Paesi che hanno allentato le misure

Bisogna ricordare che sono diversi i Paesi che hanno cominciato ad allentare le misure adottate per contrastare il Covid. Ad esempio la Francia: i “cugini” transalpini hanno indicato la fine dei limiti di accesso nei siti aperti al pubblico, oltre al termine del telelavoro obbligatorio e delle mascherine all’aperto. Per il Governo “ci sono segnali incoraggianti”, come indicato dal portavoce Gabriel Attal, anche se “è meglio rimanere prudenti”.

E poi ecco l’Austria, dove il 31 gennaio è finito il lockdown per i non vaccinati, per i quali resta il divieto sul fronte di alcune attività. Infatti, chi non risulta immunizzato non può mettere piede nei negozi e nei bar, né può partecipare a eventi pubblici. Parallelamente, è in programma un freno alle misure anti-Covid dal 5 febbraio. Nel dettaglio, il coprifuoco scivola dalle 22 alle 24, mentre agli eventi potranno essere ammesse 50 persone (invece che 25). Il 19 febbraio – per la cronaca – fine dell’obbligo del Super Green pass (in Austria è noto come 2G) per ristoranti, bar e commercio.

Non manca nella lista la Spagna: in Catalogna i locali notturni potranno riaprire dall’11 febbraio. Successivamente verrà tolto il requisito della certificazione verde valida per accedere ai locali. Non va dimenticato, in più, quanto sta valutando il Governo britannico, ovvero revocare l’obbligo vaccinale per gli addetti sanitari e gli assistenti sociali. Misura, questa, ritenuta “non più proporzionata” alla situazione della pandemia. Così si è espresso Sajid Javid, ministro della Sanità.

Infine, l’Islanda ha in previsione di revocare tutte le sue restrizioni contro il Covid entro la metà di marzo poiché, ha spiegato la premier, Katrín Jakobsdóttir, il “virus è cambiato e c’è una buona copertura vaccinale”. Segnali pure dalla Finlandia: dal primo febbraio allentati i limiti a eventi e attività a basso rischio. Hanna Sarkkinen, ministro della Salute, su Twitter ha precisato: “La pressione sugli ospedali è ancora alta, ma i casi più gravi sono in calo così come le persone ricoverate in terapia intensiva”.

Aggiornato il 02 febbraio 2022 alle ore 14:18