Onnipotenza? Onnimpotenza?

Perché tanta angoscia che la situazione ucraina si risolva? Perché questa voglia di accrescere la tensione e non mettere fine? Perché l’annientamento di ogni compromesso che avviene pressoché sempre o comunque può avvenire nei conflitti? Bisogna capire se vi qualcosa che viene taciuto e che deve essere rivelato, svelato. Mi è sorta nella memoria una vicenda a cui ho partecipato direttamente. Tra la fine degli anni ‘80 e agli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso crollò l’Unione Sovietica e il crollo gettò nella catastrofe ovviamente la Russia. I programmi di Gorbaciov erano vacui, voleva una sorta di immissione millimetrica di libertà e di capitalismo nel comunismo burocratico. Quando Eltsin sostituì Gorbaciov, la situazione esplose. Il nuovo presidente era attorniato da fautori del capitalismo e dell’iniziativa privata, ciò che in Russia costituirebbe la vera rivoluzione.

Per motivi centenari la Russia ha stratificazioni burocratiche radicate. In fondo il comunismo fu una variante moderna del sistema burocratico zarista, un cenno per una questione complessa. Quindi mercato, privatizzazioni, concorrenza e specialmente immissione di capitali stranieri. In qualche modo un’anticipazione di quello che poi sarebbe avvenuto in Cina, con differenze che non è il caso di precisare. I capitali stranieri non impiantarono imprese in Russia, ma comprarono a costo fallimentare le materie prime. Ne venne una delle crisi più desolanti. Il rublo si deprezzò, i beni russi vennero trasportati all’estero e la Russia diventò proprietà altrui. Quel periodo l’ho vissuto.

Partecipai ad un convegno a Pietroburgo, a vari convegni in Italia, organizzati da un intellettuale con abilità imprenditoriale, Armando Verdiglione, presenti i massimi esponenti della Russia, trai quali Iakovlev, vicepresidente, mi pare. Rimasi sbalordito dalla confusionerietà degli intellettuali russi e dalla ingenuità dei politici, i quali credevano che bastava privatizzare per avere il capitalismo. Com’è noto intervenne la sola forza rimasta organica, quella dei “servizi” e un esponente di tale forza eminentemente nazionalista salvò la Russia, che in pochissimo tempo ebbe uno slancio economico e un vitalismo che andrebbe ammirato rispetto al passato comunista. È un puro e semplice difetto di cognizione, un’ignoranza spoglia di giustificazione non tener conto della differenza tra fase comunista e fase nazionalista della Russia. Ciò detto, perché mi viene a mente quel periodo? Perché è la spiegazione di quel che sta accadendo.

L’Occidente, in specie Stati Uniti e l’Inghilterra, vogliono nuovamente impossessarsi delle materie prime russe e l’Ucraina è la chiave di accesso della Russia. Avere il possesso dell’Ucraina significa avere la Russia sotto scacco, sia nel mare, sia nel gasdotto, sia strategicamente. Ecco perché tanto accanimento a continuare la guerra. E lo scopo “vero” di questa guerra: le materie prime russe. Agli Stati Uniti danno enormi problemi che le materie prime russe siano convogliate utilmente all’Europa, alla Cina, e con vantaggio russo. Questo rende l’Europa parzialmente indipendente e arricchisce sia l’Europa che la Russia e gli Stati Uniti restano a bocca asciutta. Peggio ancora il vantaggio che ne trae la Cina. In periodo di crisi come il presente, mettere le mani su materie prime come ne detiene la Russia, equivarrebbe ad avere le colonie nei secoli passati. Se si tiene conto che la Cina domina nel commercio e la Russia domina nelle materie prime, la situazione degli Stati Uniti è alla lunga disperata. Ecco perché devono affrettarsi ad impedire che la Russia commerci, che l’Europa cresca, che la Cina dilaghi.

Gli Stati Uniti vanno incontro a un’inflazione e ad una massa monetaria stratosferica in debito da terrorizzare anche Giove. Cercano una via d’uscita. Purtroppo è una via che porta all’inferno della guerra. C’è altra soluzione? Non so se c’è altra soluzione. Meglio dire: c’è la volontà di altra soluzione? Lo capiranno anche gli Stati Uniti, nazione complessa con menti realistiche che non possono concepire che la distruzione sia la soluzione. Perché non c’è da illudersi. La guerra non sarebbe soltanto tra Europa occidentale e Russia, ma sarebbe tra la Terra e il Nulla. Gli Stati Uniti intendevano fare dell’Ucraina la roccaforte per sconfiggere la Russia, in un processo pressoché invisibile, a loro opinione. L’Ucraina diventava un fortilizio dell’Occidente fingendo di non esserlo. La Russia ha scoperto la situazione e ha creduto opportuno intervenire prima che questo scopo, con vari aspetti, avesse prosecuzione.

Era uno scopo multilaterale. L’Ucraina tarpava la Russia. Avrebbe potuto sul mare, sul transito del gas e del petrolio, sulla popolazione russofona e con eventuali armi chimiche, ed un patriottismo nazionalnazista. Questa la convinzione della Russia, la quale ha creduto opportuno spezzare la situazione. Difficile dire se ha sbagliato o meno. Che la prospettiva fosse tale, lo mostra la ostinazione implacabile degli Stati Uniti e dell’Inghilterra di continuare la guerra. Vogliono proprio rendere l’Ucraina un Paese che mette in difficoltà la Russia. Non vogliono rinunciarvi. Vi sono anche altri scopi, tuttavia.

L’Ucraina serve agli Stati Uniti per evitare il rapporto della Russia con l’Europa. Finché c’è la guerra questi rapporti sono impossibili e vi è un ulteriore scopo, più drammatico. Un’eventuale guerra tra Russia ed Europa occidentale non solo interromperebbe i rapporti ma devasterebbe Russia ed Europa occidentale, e infine eviterebbe anche il rapporto salutare di prosperità tra Russia ed Europa occidentale. Quest’ultimo è un aspetto essenziale. Si comprende minimamente o non si comprende affatto che gli Stati Uniti sono coscienti di andare incontro alla più radicale crisi economica della loro storia perché, a differenza del 1929, vi sono altri Paesi potentissimi, la Cina e la Russia innanzitutto, e inoltre non vi è la possibilità di creare lavoro in fase di automazione. Gli Stati Uniti sono letteralmente alle prese con l’impossibile.

Non sanno che fare. L’aumento dei tassi in periodo di inflazione è follia economica, quindi l’unica soluzione è la non soluzione, ossia la guerra, che non è la soluzione, anzi è esattamente il rimedio della non soluzione.  Cosa possono sperare dalla guerra gli Stati Uniti è impossibile concepirlo. Quando pure mandassero allo sbaraglio l’Europa e la Russia non è che avrebbero una soluzione. Un’eventuale soluzione sarebbe impossessarsi delle materie prime russe. Ma la guerra ne vale il costo? Discorsi al vento della notte. Gli Stati Uniti sono una potenza saturniana. Agiscono su decisioni cosmiche. Sono abituati all’onnipotenza, non intendono scadere nella onnimpotenza. Ossia in una potenza che non riesce a farsi obbedire.

Nel breve periodo avremo una crisi economica totale. Come ne usciremo e se ne usciremo e quando, lo vivremo. E dico lo vivremo come uno scongiuro perché con la disperazione, l’incapacità costruttiva, c’è persino il rischio che qualcuno, non sapendo costruire, distrugga. Come fanno i pazzi quando hanno un attacco incontenibile. Francamente gli Stati Uniti sono una polveriera e le loro mosse rischiano di far saltare il mondo, e non è un’accusa, tutt’altro: una spiegazione. Il punto d’arrivo avanzato di sviluppi economici del capitalismo e geopolitici che convergono in una identificazione: non esiste più la possibilità che un Paese domini il mondo.

Esattamente: che una potenza globalizzante non si imbatta in una potenza globalizzante. La pretesa di essere “la” potenza globalizzante spalanca le finestre della guerra. Sia detto analiticamente, senza giudizio valutativo. Vi sono delle condizioni oggettive che talvolta non riusciamo a dominare. Ma questo va detto, proclamato: non riuscire a convivere è l’opposto che non voler convivere. Non riuscire a impedire la guerra è ben distante dal volere la guerra. Il pacifismo generalizzato è discutibile, ma la volontà di guerra assolutizzata è la figlia sciancata di quel Satana, quello, il finto sordomuto che non sente e non parla. All’inferno.

Aggiornato il 11 maggio 2022 alle ore 12:31