Guerra russo-ucraina: negoziati “sospesi”

martedì 17 maggio 2022


I negoziati non fanno passi avanti, il conflitto prosegue, la Svezia firma la domanda di adesione alla Nato. Questa la situazione all’ombra del conflitto russo-ucraino. Mikhailo Podolyak, consigliere presidenziale e negoziatore ucraino, dice: “Attualmente il processo negoziale è sospeso: dopo l’incontro di Istanbul non ci sono stati cambiamenti, nessun progresso. La Federazione Russa resta ancora sulle sue posizioni stereotipate. Ma ogni guerra finisce al tavolo delle trattative, e questo processo sarà moderato da Volodymyr Zelensky”.

Nato, Svezia e Finlandia

Ann Linde, ministro degli Esteri svedese, firma la domanda di adesione della Svezia alla Nato. Questo quanto indicato dalla Cnn. Una firma che, in pratica, rappresenta il passaggio formale di Stoccolma verso l’ingresso nell’Alleanza. Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera, nota: “Sono sicuro che la Svezia e la Finlandia nella loro richiesta di adesione alla Nato riceveranno un forte sostegno da tutti i Paesi Ue, perché ciò aumenta la sicurezza e ci rende più forti”. Borrell, tra l’altro, sostiene di essere convinto che il Consiglio Atlantico supporterà l’adesione dei due Stati, oltre a rimarcare che “la Turchia ha avanzato qualche obiezione. Ma la Nato sarà in grado di superarle”.

La posizione del Cremlino

Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, in base a quanto indicato dall’Agenzia Tass, chiosa: “L’esistenza stessa della Russia è irritante per l’Occidente, il mondo occidentale è pronto a fare di tutto perché la Federazione non viva come vuole. Gli Stati Uniti si comportano in maniera ostile nei confronti della Russia. Il Paese perde la sua sovranità se non difende fermamente i suoi interessi – sottolinea – la Russia è sicura della sua vittoria e del raggiungimento degli obiettivi prefissati, è sicura che tutto andrà bene. Le azioni dei Paesi occidentali nei confronti della Russia sono una guerra – puntualizza – sarebbe più corretto ora indicare i Paesi non amici come ostili. Kiev difficilmente avrebbe potuto realizzare da sola una messa in scena così brillante e sanguinosa a Bucha, ha un esercito di società di pubbliche relazioni che lavorano per lei”. Vladimir Putin, da par sua, spiega che l’Occidente sta procedendo verso “una sorta di suicidio energetico”. Un messaggio relativo all’imposizioni delle sanzioni contro le forniture russe. A seguire evidenzia: “Nel lungo termine ne subirà le conseguenze, si sta creando un danno all’economia europea”.

Lo scontro

Secondo le informazioni raccolte, almeno altre otto persone morte e una decina di feriti per i bombardamenti russi: è quanto registrato nel villaggio ucraino di Desna, nella regione di Chernikiv, zona nord di Kiev. Esplosioni sentite pure a Leopoli nelle prime ore di oggi, come indicato dal sindaco della città ucraina occidentale Andriy Sadovy, citato dal Kyiv Independent.

Le sanzioni

Il portavoce della Commissione europea, nel corso del briefing quotidiano, puntualizza: “Il lavoro continua e speriamo di avere un accordo sul sesto pacchetto di sanzioni il prima possibile. L’apertura di un conto in rubli va oltre le indicazioni che abbiamo dato agli Stati membri”. Infine, sul rispetto della direttiva, chiosa che “è il Paese membro che deve far rispettare le sanzioni, dunque è il Paese che deve vigilare che le società rispettino le sanzioni: le sanzioni hanno un obbligo legale e in caso contrario la Commissione può aprire la procedura d’infrazione”.

Azovstal: cosa è emerso

“Il lavoro continua Questo lavoro richiede delicatezza, e tempo”. Così Volodymyr Zelensky, presidente ucraino. Mentre lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, citato da Ukrinform, segnala: “I difensori di Mariupol sono gli eroi del nostro tempo. Sono per sempre nella storia. Mentre tenevano posizioni su Azovstal, hanno impedito all’esercito russo di trasferire fino a 17 battaglioni tattici, circa 20mila soldati in altre aree, impedito la conquista rapida di Zaporizhzhia, l’accesso al confine amministrativo delle regioni di Donetsk e Zaporizhzhia. Della difesa di Mariupol fanno parte l’unità speciale separata Azov, la 12ma Brigata della Guardia nazionale dell’Ucraina, la 36ma Brigata separata dei Marine, guardie di frontiera, polizia, volontari: attirare le principali forze russe attorno a Mariupol ci ha dato l’opportunità di preparare e creare linee difensive, dove si trovano oggi le nostre truppe, e dare un discreto contrattacco all’aggressore. Abbiamo usato il momento critico per formare riserve, raggruppare le forze, ricevere assistenza dai partner”.

L’esercito ucraino, in più, sostiene che sta procedendo per evacuare le truppe rimaste dall’acciaieria dopo mesi di bombardamenti. Allo stesso tempo, il quartiere generale dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dpr), citato dall’agenzia di stampa russa Interfax, sottolinea: “Oltre 250 militari ucraini, tra cui 51 feriti provenienti dall’acciaieria Azovstal di Mariupol si sono arresi”. I combattenti dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, precisa Dmitrij Peskov, verranno trattati in linea con le “leggi internazionali”. E poi: “Il presidente Putin ha garantito che saranno trattati in linea con le leggi internazionali in materia”.

 


di Alessandro Buchwald